flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

6/04/2007

Elogio della sprovvedutezza

In Breakfast on Pluto si ritrovano i temi (o le ossessioni?) di Neil Jordan: la ricerca spasmodica dell’amore, la difficoltà a conquistarlo (Paddy) e a mantenerlo (Charlie), il gusto dell’iperbole (figlio di un prete e per giunta gay in un Paese cattolico), del paradosso elegante (il poliziotto che ti pesta ma poi ti salva), il piglio (apparentemente) anti-borghese - la luce di un sorriso dietro alle gocce di sangue. Patrick/Patricia "Kitten" Braden, paradosso vivente, sperimenta sulla sua carne l’impossibilità dell’amore romantico che il Verbo trito e melenso delle canzoni pop gli versa instancabilmente nelle orecchie: non è un caso, credo, se l’ingenuo e speranzoso spettatore, in due ore e passa di pellicola, non sarà testimone di un solo bacio. Non solo il suo personaggio (chiaramente reinventato dal geniaccio di Jordan a partire dall’archetipo letterario di Mc Cabe) funziona magnificamente dal punto di vista narrativo, marciando spedito in una storia piena di colpi di scena, divertendo e non di rado scaldando il cuore (tenerissima la scena in cui immagina di ballare con il suo amico down). Non solo: la nostra simpatica “Gattina”, io credo, è dotata del carisma sufficiente per diventare una piccola icona pop-glam… Come non risuonare per simpatia quando con il suo mantra petulante da bambino stizzito (“cose serie, serie, serie”) rigetta la politica e la violenza cieca e inutile che ne deriva? E non possiamo forse concludere che quello che diversi personaggi gli rimproverano, di essere “uno sprovveduto”, sia in verità una autentica (e serissima) scelta di vita? Noi pensiamo che Paddy sia una persona piena di sentimento e di ironia, e che la sua sprovvedutezza sia l'arma segreta per difenderlo da un mondo crudele.

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