flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

9/12/2007

Illuminazioni d'ufficio

In quell'ufficio si sarebbe dovuto discutere di come le cose non vadano, delle ragioni per cui una promozione meritata da anni venga inspiegabilmente quanto pervicacemente negata, di quale sia non dico il significato ultimo (per carità) ma anche il terzultimo, della mia presenza in un'azienda impossibilitata ad una vita normale dalla consueta, pericolosissima miscela di improvvisazione, arroganza ed incapacità: esatto, il blues dell'impiegato, triti cliché e deprimente mediocrità.
Ma la sessione si è trasformata in qualcosa di più, e, lo confesso, non ero pronto. No, non ero pronto a sentire una dotta dissertazione su libertà e responsabilità, tanto pomposa e vuota da costringermi a murare l'urlo interiore dietro una facies fasulla di neutrale attenzione. Qualche angolatura spazio temporale si deve essere rotta, e anziché in un triste e sciatto ufficio aziendale, sono nel buio malsano di una chiesa a sentire un sermone domenicale. E sarà la nostalgia di un tempo lontano dove le cose avevano un senso univoco ed erano molto più semplici ad interpetarsi - per non voler parlare dell'autentica tristezza che in questi giorni a volte mi riempie come se fossi un bicchiere - o forse l'età che avanza, o magari il fatto che mi sono imbattuto in questo brano leggendo un libro di Nick Hornby, mi è venuta in mente la prima lettera di San Paolo ai Corinzi e al suo meraviglioso linguaggio poetico, capace di parlare a tutti, credenti e non: "Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna." [ecco quello che mi sembravano quelle parole, deng deng deng!, qualsiasi cosa sia poi un cembalo tintinnante...] E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l'amore, niente mi giova." Ho provato a sostituire alla parola "amore", sdolcinata ed inevitabilmente generica, un altro concetto: buonsenso (qualunquista), civiltà (specifico e banale), intelligenza emotiva (forse, ma troppo utilitaristico) - ma forse è proprio quella lì la parola che ci va e che funziona. E' proprio questa la cosa che ci manca tanto.

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