flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

8/18/2007

Finanza internazionale: situazione disperata, ma non seria

Da liberisti, crediamo nei liberi mercati. Liberi, appunto. Per questo mi fanno rabbia le iniziative della Banca Centrale Europea e della FED, che hanno calato le braghe terrorizzate dalla possibilità di una crisi sistemica provocata dall'ingordigia e dall'irresponsabilità dei soliti sospetti - gli hedge fund e le banche d'affari.
Primo: il peso dei derivati nella finanza globale sta diventando ridicolo. Si pensi, a titolo esemplificativo, che oggi si gestisce o si specula sul rischio di credito acquistando o vendendo contratti su indici di prodotti derivati sul rischio credito (ITRAXX per esempio): questo perché non essendo sempre disponibili obbligazioni con le caratteristiche desiderate dall'investitore, quest'ultimo si rivolge ad un contratto astratto (un indice su una serie di scommesse) che possa fare al suo caso. Un po' come un tizio che non trovando una donna, si soddisfi pienamente con il cyber-sesso.
Secondo: il caso LTCM (Long Term Capital Management) l'hedge-fund di Merton e Scholes (due premi Nobel!!!) che nel 1997 stava per creare una crisi globale se non fosse stato per la FED, che mettendo attorno al tavolo le più grosse banche USA, organizzò un prestito sindacato a suo beneificio, sembra essere stato dimenticato. La storia, evidentemente, non è più maestra di vita, almeno per qualcuno, che a quanto pare è sempre al di sopra e al di là di ogni regola di business e di vita civile.
Terzo: ho visto svariate presentazioni di banche d'affari aventi ad oggetto le cosiddette Asset-Backed Securities, prodotti strutturati costruiti a tavolino mischiando cartolarizzazioni di qualità eterogenea (alta, media, bassa) e mi sono sempre chiesto: senza credere nel dogma della transustanziazione finanziaria, come possono delle "fettine" di mutui non performanti ficcate dentro un silos che contiene mille altre cose poco comprensibili a mo' di ragù nella lasagna, diventare un asset AAA (che è un po' come dire Est! Est! Est!, per gli appassionati di vino dei Castelli). Io, mi sono meravigliato, ma le rating agencies, che, previo esborso di sonanti bigliettoni, mettevano il loro imprimatur su quelle porcherie, no. Adesso, però, lanciano alti guai e grida disperate di allarme.
Insomma, nonostante il precedente, gravissimo caso LTCM, in dieci anni la finanza non ha fatto che aumentare il grado di sofisticazione e di astrazione delle strategie e dei prodotti senza che i regolatori internazionali riposavano. Ancora oggi, ad esempio, un fondo scavezzacollo che si indebita per miliardi di dollari in yen per poi investire in derivati strutturati di credito denominati in altre due divise, può fare molti soldi - finché c'è liquidità in giro. Ma non appena la gente cominci ad avere paura, rimane bloccato, finché è costretto a smobilizzare le sue posizioni in perdita, creando collassi incrociati in mercati diversi per tipo e per divisa.
Certo, sarebbe molto bello vedere gli speculatori dei fondi e delle banche d'affari, vestiti di stracci, a chiedere l'elemosina per strada, ma prima che questo accada, intere paesi dovrebbero pagare per le loro irresponsabili sbruffonate. Per questo le banche centrali, appena sentono puzza di bruciato, preferiscono pagare loro il conto a questi idioti, iniettando liquidità sul mercato, di fatto consentendo loro di farla franca.
Insomma, gli speculatori (che poi, guarda caso diventano banchieri centrali, o viceversa - vedi Draghi e Greenspan) possono rischiare il tutto per tutto, tanto, se le cose vanno bene, e di solito lo fanno, diventaranno ancora più ricchi; se proprio le cose vanno male, sanno che c'è sempre una banca centrale che li soccorrerà più che altro per evitare guai peggiori ai propri cittadini. Alla faccia del rischio d'impresa, fondamento del capitalismo.

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