flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

8/09/2007

Papaveri e geopolitica

La legalizzazione generalizzata è la soluzione al problema delle droghe: ad esprimere questo parere non è Marco Pannella, ma Willem Buiter, professore di Economia Politica Europea presso la London School of Economics, in un articolo pubblicato l'8 agosto sul Financial Times. Prima di entrare nel merito, rileviamo sommessamente come di certi punti di vista in Inghilterra se ne può scrivere sui giornali senza che nessuno si stracci le vesti: provate ad immaginare il finimondo che sarebbe successo in Italia se Il Sole 24 Ore avesse dato spazio ad un antiproibizionista...
Gli argomenti di Buiter sono quelli propugnati dai radicali da sempre: la guerra al nacrotraffico è persa in partenza, legalizzare vuol dire far emergere i traffici illegali, che vengono strappati alle mafie e possono essere tassati dallo Stato. I proventi delle tasse potranno essere impiegati per informare i cittadini sulle conseguenze dannose dell'uso di droga (esattamente come fa oggi per l'alcol e per il fumo). Alcuni dicono che lo stato abbia il diritto di proibire sostanze pericolose per la salute in quanto gestore di un sistema sanitario finanziato o sovvenzionato da tutti i contribuenti. Ora, a parte che comunque chi consuma droghe nel nostro mondo ideale senza proibizioni ci sta pagando sopra delle tasse, e quindi sta contribuendo alla costruzione di una rete di protezione, qui si tratta di capire se è giusto discriminare i pazienti sulla base della misura in cui essi hanno coscientemente e volontariamente contribuito al danno alla loro salute: io credo di no. La piena liberalizzazione potrebbe dare un contributo importante alla lotta contro i talebani o contro le FARC, le milizie comuniste colombiane. Il SENLIS, think tank internazionale, propone di utilizzare i papaveri afgani per produrre farmaci per le terapie anti-dolore da poter distribuire ai governi di tutto il mondo, si muove nella direzione giusta, soprattutto perché sembra aver recepito la difficoltà di implementare politiche proibizioniste in un paese in cui la gente vive letteralmente della produzione di oppio e dove le alernative non sono molte. Buiter, però, va oltre e chiede la completa legalizzazione di tutte le droghe, eroina compresa. Il governo afgano potrebbe finanziarsi con le tasse sui derivati dell'oppio, disintermediando così i talebani, che oggi "tassano" la produzione illegale.

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1 Comments:

Blogger Antonio Candeliere said...

bel post

9/30/2008 11:43:00 AM

 

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