flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

6/28/2007

Nuove cronache marziane

Apprendiamo con sollievo che l'epidemia che ha costretto a casa i 115 infermieri del San Filippo Neri è stata stroncata: la gran parte dei "malati" è tornata al lavoro. Queste persone non solo hanno compiuto un falso, avallato da medici compiacenti, ma hanno anche interrotto un servizio pubblico: di questo io credo dovrebbero rispondere davanti alla magistratura. Leggiamo sul Corriere che la Procura di Roma si è limitata ad aprire un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato. Prima di poter agire devono accertare se i certificati medici siano autentici ed attestino malattie effettivamente esistenti. Ma non basta il fatto che gli stessi protagonisti della "bravata" criminale abbiano di fatto dichiarato che la stessa è una forma di lotta? E' anche astrattamente presumibile la buona fede in un caso così palese? Oppure dobbiamo rassegnarci a vedere gli intolleranti trionfare sui tolleranti all'ombra di cavilli legali? Impagabile la dichiarazione di Claudio Proietti, della CGIL, che non fa che rafforzare l'immagine (già adamantina) del glorioso sindacato italiano: "... potremmo arrivare a forme di protesta estreme come quelle adottate dagli infermieri del San Filippo Neri". Chapeau.

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