flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

9/26/2007

Un'Angela alla mia tavola

La cancelliera della Repubblica Federale tedesca, Angela Merkel mi piace: il suo faccione , il suo atteggiamento semplice da maestra elementare chissà come finita a governare (con grande saggezza e buon senso, c'è da scommetterci) il più grande e il più produttivo Paese d'Europa ispirano simpatia a pelle. Che poi sia una persona tutta di un pezzo lo ha dimostrato quando, in visita ufficiale in Cina, ha fatto fatto le sue rimostranze ai rappresentanti della Repubblica Popolare per la vergognosa situazione dei diritti umani in quel paese, senza dimenticare di menzionare l'"incidente" informatico, accaduto pochi giorni prima del suo viaggio nel Celeste Impero (hacker del governo cinese hanno infatti violato le protezioni dei server del governo federale). Domenica scorsa Angela ha incontrato il Dalai Lama; anche se la riunione aveva carattere privato, Angela si è fatta fotografare assieme al leader politico-spirituale del Paese che dal 1959 a oggi è oggetto di un'invasione e di una scientifica pulizia etnica da parte della dittatura cinese. La decisione del Cancelliere, che ha proceduto a dispetto della contrarietà dei suoi consiglieri, non è ovviamente passata inosservata in Cina: i governanti del regime, da buoni comunisti, hanno prima cancellato un importante incontro precedentemente programmato con i tedeschi in tema di tutela della proprietà intellettuale, e addirittura convocato l'ambasciatore tedesco in Cina per chiarimenti in merito a quella che evidentemente considerano un'assurda alzata di testa. Eppure da qualche anno, Tenzin Gyatso, anche io credo in conseguenza della debolezza dimostrata dai paesi democratici occidentali davanti allo scempio perpetrato dai cinesi in Tibet, ha smesso di chiedere l'indipendenza del suo paese, dimostrando di "accontentarsi" di ottenere dai cinesi un certo livello di autonomia.
Domenica la Germania ha compiuto un atto storico, visti anche i predenti tedeschi: un altro ministro tedesco, che incontrò il leader tibetano in un paesino tedesco nel 1995 si spinse a rifiutare la sciarpa bianca che il Dalai Lama offre tradizionalmente come simbolo di amicizia e di pace. Ad imparare devono essere tutti i Paesi occidentali, dagli USA (Bush andrà "da privato cittadino" alle Olimpiadi di Pechino) all'Italia: né Berlusconi né Ciampi ritennero opportuno incontrare Tiezin Gyatso quando nel novembre del 2003 visitò il nostro paese, mentre ad accoglierlo ad ottobre del 2006 fu il Ministro delle Politiche Europee e del Commercio Internazionale Emma Bonino - lo statista D'Alema era evidentemente in tutt'altre faccende affaccendato (ma Fassino, compagno di partito di Baffino, aveva così stigmatizzato il rifiuto di Berlusconi ad incontrare Gyatso: "Mi rammarico che il presidente del Consiglio non abbia avuto la sensibilità di incontrare il Dalai Lama. (...) Il centrosinistra ha sempre ritenuto che la questione libertà sia importante e seria e che debba trovare una soluzione politica adeguata"). Angela ha dato un segnale. Risposte chiare agli abusi e alle violenze cinesi costano qualche cosa: non credo sia stato facile per la Merkel subire la retaliation della cancellazione dell'incontro che aveva ad oggetto la tutela dei marchi tedeschi dalle copie cinesi (uno degli obiettivi della sua visita ufficiale in Cina). Ma Angela Merkel è una persona seria.

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