flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

9/23/2007

Chi di legalità ferisce, di legalità - non - perisce

Le notizie delle ultime settimane confermano l'atteggiamento quantomeno disinvolto del governo di centrosinistra ha nei confronti di un tema molto sbandierato in campagna elettorale. Al punto che è davvero difficile trovare elementi di discontinuità rispetto alla ex maggioranza di centrodestra in questa materia così delicata. La sinistra che quando Berlusconi o uno dei suoi ne facevano (o ne progettavano) una particolarmente grossa, si stracciava le vesti e lanciava allarmi per presunti attentati alla democrazia, quando viene pizzicata con il proverbiale sorcio in bocca, tace, oppure biascica una serie di giustificazioni puerili ed inconsistenti. E' pertanto legittimo il sospetto che il rigore precedentemente dimostrato (e preso sul serio da un gran numero di Italiani perbene) non fosse altro che moralismo. Ma passiamo ai fatti.
Uno: un Vice Ministro rimuove un alto ufficiale della Guardia di Finanza, capo degli uomini che indagano sulla deprecabile vicenda della scalata Unipol alla BNL (aggiotaggio, turbative di mercato, insider trading, eccetera). Si apre a suo carico un procedimento giudiziario per minacce e tentato abuso d'ufficio, velocemente archiviato dalla Procura di Roma con la suggestiva spiegazione che che la condotta di Visco è illecita ma non illegale: insomma ha sbagliato, ma non ha commesso reati. La condanna politica mi pare talmente cristallina che in un paese meno derelitto e narcotizzato le sue dimissioni sarebbero state date per scontate. Due. Premesso che la vicenda Unipol - BNL puzza e che, se si vuole essere onesti, non si può dire ogni male dei "furbetti del quartierino" e pensare allo stesso tempo che Fassino, D'Alema e La Torre (più o meno indirettamente in combutta con loro) siano semplici tifosi, l'autorizzazione all'acquisizione agli atti delle intercettazioni telefoniche che coinvolgono i membri del Parlamento è finalmente scongiurata, con gran sollievo per i vertici DS. Infatti su quelle che avevano ad oggetto le conversazioni di D'Alema con quel gentiluomo di Consorte, e che promettevano di esser le più succulente data la pregressa esperienza in finanza (MPS, Telecom Italia) di Baffino, grazie ad un cavillo, il Parlamento non deve mettere bocca (lo farà, con esiti prevedibilmente negativi, il parlamento europeo). Anche qui, salvezza giudiziaria, reputazione in frantumi. Tre. Il "ministro" Mastella ha chiesto al CSM di procedere al trasferimento per motivi disciplinari dei PM di Catanzaro De Magistris e Lombardi, colpevoli (soprattutto il primo, pare) di aver messo mano ad alcune inchieste che coinvolgono tra gli altri alcuni giudici calabresi e, pare, lo stesso Mastella e perfino Prodi. Su questo tema l'unica voce che si sente è quella dei deputati radicali, che forniscono anche una valida interpretazione di ciò che si muove dietro le quinte. Insomma, un Vice Ministro - bullo impunito, un importante DS che se la cava per il rotto della cuffia, ed infine, caso unico nella storia della Repubblica, un Ministro che rimuove un magistrato che indaga su di lui: non c'è male, per gente che prometteva a gran voce legalità ad un popolo che ha fatto il solo errore di crederle.

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