flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

7/01/2007

Impagabile ATAC

La sera del mio compleanno Leni mi ha portato a cena fuori in un posto carino. Presi da un raptus"adesso - facciamo - i - cittadini - modello" e per risparmiarci l'incubo della ricerca del parcheggio, decidiamo improvvidamente di andare con l'autobus (in questo caso, si tratta del mitico 62, paradiso del borseggiatore). Decido di comprare i biglietti all'emettitrice automatica che si trova presso la fermata; imposto la richiesta (2 biglietti) e pago i due euro. La macchina infernale non dà segni di vita, continua a mostrare ottusamente sul display la mia richiesta: "2 BIT". Cerco almeno di recuperare i due euro, ma non c'è modo. L'impulso è quello tipico in queste situazioni, vandalizzare quell'oggetto brutto, inutile e per giunta disonesto (un po' come l'ATAC che dovrebbe gestirlo). Mentre sto lì a trafficare con il rottame, passa il 62, spalanca le sue porte ad un passo da me, ma io, tetragono nella mia onestà e forse anche più nel rabbioso impulso di farmi restituire il maltolto, me lo vedo ripartire sotto il naso... Dato che ormai un po' del buon umore della serata si è disperso, mi diverto a comporre il numero verde che campeggia sotto la scritta "In caso di malfunzionamento contattare il numero 800 431 784"; anche se non è proprio una sorpresa, la risposta è: "Spiacente, il numero da lei chiamato non è attivo". Non è proprio esatto, dato che, chiamando da un telefono fisso, risponde una voce guida registrata specificando che il servizio clienti ATAC è operativo dalle 8 alle 20 dei soli giorni feriali. Il menù, per la verità, consente di accedere ad un sottomenù per le segnalazioni di malfunzionamento delle emettitrici. Ho provato pochi minuti fa e, indovinate un po': un simpatico messaggio registrato avvisa che non è possibile "al momento" registrare messaggi in segreteria. Per riassumere, la macchinetta mangia i soldi (e io credo che possano essere non pochissimi, dato che qualche decina di turisti al giorno potrebbe cascare nella trappolo), non c'è modo di recuperarli, l'ATAC, incapace di gestire alcunché, non ce la fa, non dico a riparare l'apparecchio, ma nemmeno a disabilitarlo segnalandone in anticipo il malfunzionamento con un semplice cartello (ci ha pensato un'altra vittima, che ha scarabocchiato "guasta" alla meno peggio con una biro), il cosiddetto servizio di segnalazione guasti apparentemente dà un qualche segno di vita solo quando si chiama da un telefono fisso (e diciamo che non è questo il caso più frequente quando si tratta di gente che viaggia in autobus). Insomma, un bell'esempio di gestione pubblica romana.

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