flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

7/18/2007

Il perfetto italiano

Sono migliaia, che dico, milioni gli Italiani che hanno chiesto a Selva di non dimettersi. Ai quali sommessamente mi aggrego. Se pensiamo, infatti, che in Parlamento si debbano trovare persone che rappresentino l'Italiano medio, proprio non riesco a pensare ad alcun tipo antropologico di Italiano più paradigmatico dell'ineffabile senatore emiliano, così pieno di inventiva e allegramente ignaro del principio di non contraddizione.
Fatto Uno. Lo scorso 10 giugno, Selva, per aggirare le misure di sicurezza predisposte per la visita di Bush a Roma, finge un malore e si serve di un'ambulanza come di un taxi per raggiungere lo studio de La 7, dove è atteso ad un talk-show.
Fatto Due: Una volta in studio, prima si vanta in diretta televisiva della bravata, e poi esterna con la massima serenità che: a) ha effettivamente avuto un piccolo malore causato dai suoi problemi di cuore e una volta raggiunto l'ospedale San Giacomo, abbia poi deciso di farsi dare uno "strappo" fino a via Teulada; b) (preoccupato del fatto qualcuno dei suoi figli possa essere all'ascolto) sta benissimo; c) ha agito preda dell'istinto incoercibile di ogni buon cronista; d) ha fatto il "cliente misterioso" del servizio di emergenza, per verificarne il livello qualitativo. e) il servizio reso dall'ambulanza in fin dei conti poteva essere migliore, dato che è arrivato con oltre mezz'ora di ritardo In una successiva intervista radiofonica, afferma l'ardita tesi secondo la quale il fatto di apparire in un talk-show sia una delle prerogative istituzionali del lavoro del parlamentare (ma probabilmente quest'ultima perla gli è stata suggerita da un avvocato, preoccupato di far figurare il comportamento indecente del suo cliente come legato alle prerogative del suo status di parlamentare). A caldo Il cittadino comune, irritato dall'inarrestabile flusso di evidenza empirica della disastrosa frattura esistente tra paese reale e paese legale, prova ogni sorta di sentimenti di rabbia e frustrazione di fronte all'indicibile arroganza di Selva. Poiché sono sicuro che la condotta del "disonorevole" comporta un reato e vorrei vedere chi si potrebbe azzardare a sostenere che il comportamento delittuoso sia stato commesso nell'esercizio delle sue funzioni di parlamentare o per finalità ideali, dovrebbe essere incriminato (come capiterebbe a me nella medesima situazione). E' invece il suo partito, sopraffatto dall'imbarazzo, ad obbligarlo al beau gest delle dimissioni, presentate l'11 giugno. A freddo Selva ci pensa un po' di giorni e, una volta accertatosi che nessuno, nemmeno i camerata, è in grado di salvarlo in un'eventuale votazione sulle sue dimissioni, ieri le ritira. Qualcuno (dei loro) dice che il nostro Parlamento costa diverse volte quello che costa l'omologo organismo di paesi civili, ma che questo aggravio è giustificato dalla importante mole di lavoro effettuato dai deputati e dai senatori: orbene, sappiate che il nostro Selva ieri ha passato ben 30 minuti a spiegare agli "onorevoli" colleghi le ragioni che lo hanno spinto a ritornare sui suoi passi. Anche qui, la coerenza ed il rigore delle sue argomentazioni sono stupefacenti per sincerità e senso alto dello stato: a) sono stati i numerosissimi attestati di solidarietà dei suoi elettori veneti, terrorizzati all'idea che un assurdo caso di persecuzione politica possa condurre al suo allontanamento, a convincerlo al duro passo (si noti che è stato eletto a liste bloccate, cioè la "sua" gente non ha scelto lui, ma il suo partito; b) (poiché il suo seggio, qualora disgraziatamente dovesse separarsi dal suo annoso sedere, verrebbe attribuito ad un altro personaggio di AN, che dopo la trombatura, viene dato dai bookmakers pericolosamente vicino al centro-sinistra) Selva pronuncia l'altrimenti incomprensibile frase "un voto in meno del centro-destra è un giorno in più del governo Prodi" c) le intenzioni di Selva sono pure, in pratica ritira le dimissioni per evitare al Senato una brutta figura di fronte all'opinione pubblica: "Lo faccio per rispetto vostro. Se voi mi assolvete potrebbe sembrare la casta che si autodifende”. c) davvero imperdibile l'appropriata citazione di Mussolini, con cui Selva conclude il memorabile intervento.
Insomma, Selva ha dimostrato di essere un nostalgico ipocrita e opportunista oltreché un bugiardo patologico: dunque non è giusto che esca dal Parlamento.

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