flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

9/27/2007

Intercettazioni: D'Alema salvato da un cavillo

Un'interpretazione di comodo della legge Boato è riuscita ad evitare che le intercettazioni delle telefonate tra D'Alema e Consorte vengano acquisite dal GIP Clementina Forleo.
A suggerirlo, il professor Piero Alberto Capotosti, che ritiene iscutibile l'intepretazione data dalla Giunta, secondo cui l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni deve essere rivolta al Parlamento Europeo (D'Alema era infatti eurodeputato al tempo dei fatti contestati a Consorte). Poiché la legge Boato si riferisce ad un articolo della Costituzione, infatti, non può che alludere ad uno dei due rami del Parlamento italiano. Poiché Massimo D'Alema era, dal punto di vista delle guarentigie costituzionali, un semplice cittadino, non solo il Parlamento Europeo non c'entra niente, ma non sarebbe nemmeno necessario il passaggio presso la giunta per poter validamente usare le intercettazioni nel procedimento. Tradotto, né i giudici, gli Italiani non hanno il diritto di sapere che cosa si dicessero l'attuale Ministro degli Esteri e il bravo manager rosso, che, grazie all'indulto varato dal Parlamento, è riuscito a passarla liscia nonostante il suo notevole curriculum (aggiotaggio, manipolazione del mercato, ostacolo alle autorità di vigilanza, associazione a delinquere, appropriazione indebita, ricettazione).

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