flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

9/26/2007

Due belle spallate ad una legge di merda voluta dai preti

Stamattina su Viva Voce (Radio 24) ho avuto il piacere di sentire Carlo Flamigni, che mi è sembrato una bella persona, piena di sapere, saggezza, buonsenso e vis polemica. Ma l'ho pagata cara, perché mi è stata anche inflitta Assuntina Morresi, oscura docente di chimica presso l'università di Perugia, un essere la cui povertà spirituale è pari solo alla cieca idiozia del suo dogmatismo.
Nel corso della trasmissione, Flamigni si è scandalizzato per il livello imbarazzante delle argomentazioni della Morresi, tanto strampalate quanto arroganti e prive della benché minima sensibilità ed intelligenza. Ma chi è costei (che, ci crediate o no, è membro del comitato di bioetica per meriti di tessera politica e di incenso) questa donnetta genuflessa e legnosa che si permette di giudicare le vite degli altri? Con quale coraggio mette sullo stesso piano una persona segnata da una grave malattia genetica (la talassemia) ed un embrione che ha una possibilità su quattro di dare vita ad un bambino malato? Oggi la scienza ci consentirebbe di verificare se questo embrione sia a rischio e quindi evitare di giocare con la roulette del caso impiantandolo. Ma Assuntina scuote la testa: ha deciso che quell'embrione, che forse non è sano, è però certamente santo e che, dato che è stato creato, verrà messo al caldo nell'utero di una donna, costi quel che costi. Tanto l'utero è quello di un'altra. Ma se toccasse a lei la scelta di intraprendere una gravidanza installando nel suo corpo un embrione che ha il 25% delle probabilità di trasformarsi in un bambino che soffrirà tutta la sua vita e che forse non diventerà grande, lo farebbe? Secondo me, no. Ma supponiamo che la buona cristiana decida di vivere in coerenza con i suoi (esecrabili) "principi" (che io non esito a chiamare disvalori) e decida dunque farsi impiantare l'embrione a rischio (anzi gli embrioni a rischio, come prevede la legge): sarebbe una scelta personale, legittima benché folle. Ma la Morresi vuole costringere tutte le coppie d'Italia e fare la stessa cosa, e per giunta pretende anche che siano contente. In fondo, argomenta dottamente, quel capolavoro di legge non è fatta per "scegliere" i figli, ma per "farli nascere": deve essere per questo che dopo l'approvazione e il deprimente esito della consultazione referendaria centinaia di coppie vanno in Spagna o in Turchia (!) a sottoporsi alla fecondazione artificiale che in questo Paese non è più legale. Ma ci sono buone notizie: alla Morresi e ai preti che essa rappresenta così bene tapperà la bocca l'offensiva giuridica messa in atto dalle coppie, che sta attaccando, con un successo che non mi aspettavo, due punti chiave di quella porcheria di legge scritta sotto dettatura del vaticano (la 40/2004). Il giudice Maria Grazia Cabitza del tribunale di Cagliari ha obbligato i medici a procedere alla diagnosi preimpianto di un embrione creato dalle cellula uovo di una portatrice sana di talassemia. Secondo la Cabitza, la legge 40 non vieta esplicitamente questa pratica - al massimo sarebbero le sue disposizioni attuative ad essere più chiaramente contrarie a questa pratica. Inoltre vietare la diagnosi preimpianto riserverebbe alla futura mamma che concepisce naturalmente un trattamento più vantaggioso rispetto ad quello che tocca ad una donna costretta a ricorrere alla fecondazione in vitro, violando così la Costituzione. Così cade una prima pietra angolare della legge 40: la diagnosi preimpianto non è vietata! Evviva. Un'altra follia della legge 40 era l'obbligo di creare un massimo di tre embrioni alla volta e di impiantarli tutti. Questa bella idea è molto dannosa per la donna (costretta a sottoporsi a vari cicli di stimolazione ovarica in caso di insuccesso) e per il nascituro (l'impianto di tre embrioni rischia di dar luogo a gravidanze plurigemellari con rischi di aborto prematuro e di malformazioni). Ora, il regolamento attuativo (che forse è stato scritto da gente meno cretina di chi ha partorito la legge 40) prevede che non si possa obbligare la donna all'impianto forzoso dei tre embrioni: questa scelta di buonsenso ha buttato giù un altro pezzo importante della legge: molte coppie infatti oggi diffidano i ginecologi ad impiantare tutti e tre gli embrioni e la cosa più bella è che la Morresi non può farci niente. In conclusione, questa legge demenziale sta crollando sotto il suo stesso peso e quando qualche persona di buon senso la butterà definitivamente nel cesso della storia sarà già del tutto inapplicata.

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