flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

6/28/2007

Nuove cronache marziane

Apprendiamo con sollievo che l'epidemia che ha costretto a casa i 115 infermieri del San Filippo Neri è stata stroncata: la gran parte dei "malati" è tornata al lavoro. Queste persone non solo hanno compiuto un falso, avallato da medici compiacenti, ma hanno anche interrotto un servizio pubblico: di questo io credo dovrebbero rispondere davanti alla magistratura. Leggiamo sul Corriere che la Procura di Roma si è limitata ad aprire un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato. Prima di poter agire devono accertare se i certificati medici siano autentici ed attestino malattie effettivamente esistenti. Ma non basta il fatto che gli stessi protagonisti della "bravata" criminale abbiano di fatto dichiarato che la stessa è una forma di lotta? E' anche astrattamente presumibile la buona fede in un caso così palese? Oppure dobbiamo rassegnarci a vedere gli intolleranti trionfare sui tolleranti all'ombra di cavilli legali? Impagabile la dichiarazione di Claudio Proietti, della CGIL, che non fa che rafforzare l'immagine (già adamantina) del glorioso sindacato italiano: "... potremmo arrivare a forme di protesta estreme come quelle adottate dagli infermieri del San Filippo Neri". Chapeau.

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6/27/2007

Cina: vivere senza libertà

Riassumo e traduco l'articolo del Edward Friedman, professore di Scienze Politiche all'Università del Wisconsin-Madison, http://www.fpri.org/

L'assenza di libertà in Cina non si manifesta sempre in modo chiaro. Come si può parlare di autoritarismo se nella Repubblica Popolare si viaggia per turismo (un quinto dei turisti mondiali sono cinesi) si può studiare all'estero, si usa internet (secondo posto nel mondo, subito dopo gli USA, anche se i siti sono censurati), si fanno affari, si comprano case ed automobili?

Il sistema si basa su meccanismi che obbligano a diventare complici della menzogne diffuse dal regime: ad esempio, dopo il massacro di Tienamen, nelle scuole hanno cominciato ad insegnare ai bambini una canzoncina che dice: "l'esercito ama il popolo, il popolo ama l'esercito". Ovviamente i genitori che mettano in dubbio il senso di quelle strofe lo fanno a proprio rischio e pericolo: nelle ore d'asilo l'amato frugoletto può uscirsene con una frase del tipo: "Papà ha detto che la canzoncina dice le bugie!", mentre il solerte funzionario del partito prende appunti. Benché i comitati per la difesa della rivoluzione siano spesso ridotti a patetici porta a porta, snobbarli può essere rischioso: il vostro passaporto potrebbe non essere rilasciato, vostra figlia potrebbe non essere ammessa all'università, potreste finire in un ospedale psichiatrico. La classe dominante espropria terreni per poi cederli a persone del proprio giro, i quali, in un'economia che cresce ad un tasso superiore al 10%, ne ricavano profitti favolosi. Non a caso il 97% dei milionari cinesi è costituito da parenti dei alti funzionari del partito. Mentre il reddito nelle campagne continua a calare, si parla di decine di migliaia di persone che dormono nelle strade. Il sindacato praticamente non esiste, ad eccezione di quello che il partito attiva all'interno delle filiali cinesi delle multinazionali occidentali non per difendere i lavoratori ma per fare spionaggio. Lo stato, che è efficientissimo nel conculcare la libertà dei cittadini, non garantisce alcun presidio sulle condizioni igienico-sanitarie: si calcola che siano 400.000 le persone che muoiono ogni anno per aver bevuto acqua infetta, mentre medicamenti e i prodotti sanitari spesso sono contraffatti - compreso il latte in polvere per neonati. Un giornalista cinese si è recato presso dieci diversi ospedali richiedendo l'analisi delle sue urine. Anche se nel suo campione non c'era urina, ma tè, in otto delle dieci strutture sanitarie visitate, il referto parlava di una grave malattia ematica che avrebbe richiesto cure costosissime. Sedici delle venti città più inquinate al mondo si trovano in Cina, anche se c'è il sospetto che la Repubblica popolare se le potrebbe aggiudicare tutte e venti se solo il governo non mentisse sulle altre quattro. La corruzione imperante è un incentivo a cercare rifugio nelle nella trascendenza, e anche se cristiani, musulmani e buddisti non piacciono al regime, il paese è in pieno revival religioso. Anche il partito impone il suo credo laico, una miscela di sciovinismo Han (etnia dominante) e confucianesimo autoritario. Nel sistema imposto dal partito, la società cinese è la società perfetta, superiore a tutte le altre, proprio perché rigetta la democrazia. La propaganda di stato "spiega" le grandi tragedie contemporanee (Ruanda, Bosnia, Cecenia) come tentativi di democratizzazione della società, destinati per definizione al fallimento. Paradossalmente, il fatto che in Cina vige controllo dei capitali può essere un vantaggio competitivo per i capitalisti. La totale deregulation finanziaria dei paesi occidentali è consente (o per lo meno non impedisce) ad un mega-fondo americano o britannico di generare una devastante crisi di sistema, ma questo non potrà mai accadere in un posto dove i flussi finanziari sono regolamentati.

In poche parole, in Cina si sta sviluppando un progetto sociale autoritario, e nazionalista, basato sull'idea del primato della razza e sui principi confuciani, che costituisce una formidabile sfida alla democrazia, la libertà e i diritti umani nel mondo.

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6/26/2007

Senso di appartenza

Michelangelo Fournier, uno dei 28 poliziotti inquisiti per gli eventi della Scuola Diaz, ha ripetuto in aula la frase con la quale già durante la sua prima deposizione (2002) aveva descritto la scena che gli si presentò davanti agli occhi subito dopo l'irruzione: "una macelleria messicana". Secondo Fournier, all'interno della scuola si stava perpetrando un vero e proprio pestaggio crudele e sistematico, caratterizzato da episodi particolarmente gravi di accanimento su ragazzi a terra - vale a dire, una situazione del tutto opposta a quella descritta dal suo capo, Canterini, che sostiene di esser giunto sul posto subito dopo la fine delle violenze e di non essere in grado di individuarne i veri responsabili. Fournier riferisca di essere intervenuto più volte per porre fine alle barbarie e di essersi dovuto togliere il casco per farsi identificare dal suo collega che, non pago di aver manganellato la testa una ragazza fino a rompergliela, mimava atti sessuali sul suo corpo esanime. Fournier sostiene di aver taciuto finora spinto da "spirito di appartenenza". Ci sono alcune cose che meritano un commento: come mai il funzionario, dopo sei anni spesi a validare la versione ufficiale dei fatti (che suona più o meno così: i ragazzi della Diaz si sono manganellati da soli) decide improvvisamente di dire la verità? Che cosa lo spinge a tradire quello "spirito di appartenenza" che per lungo tempo gli ha impedito un'altra appartenenza, quella al genere umano? Se Fournier (che comunque è imputato "solo" per lesioni, e non anche per l'altra brutta storia delle molotov portate dentro alla scuola dalla stessa polizia) era il "funzionario buono" che diceva "Basta!" a quegli animali, come funziona la polizia in Italia? Come si può accettare che un'irruzione di polizia sia gestita in maniera tale che ad oggi ancora non si riesce a sapere chi si sia effettivamente macchiato dei crimini della Diaz? Quale fiducia la Polizia di Stato si aspetta dai cittadini che leggono sui giornali che 26 su 28 poliziotti inquisiti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere? E poi: è Fournier che ha fatto inciampare Di Gennaro infangando la sua reputazione, o viceversa è il fatto che De Gennaro stava per essere giubilato dal Governo a sciogliere la lingua di Fournier (senza la protezione del Capo della Polizia potrebbe aver scelto tentato di recuperare credibilità e spessore morale separando il suo destino da quello di Canterini). Vi pare normale che un capo della polizia sia inquisito per falsa testimonianza in un dibattimento giudiziario in cui si tratta della costruzione di false prove da parte delle forze dell'ordine? E vi pare normale che venga sostituito dal suo vice? Ed infine, vi pare accettabile che con tutte le ombre che si addensano sulla sua persona, avviso di garanzia incluso, De Gennaro assuma immediatamente un incarico politico alle dirette dipendenze del Ministro degli Interni?

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Introspezione

Il mio corpo si ribella. Dopo due coliche renali, che hanno rispettivamente salutato il mio trentottesimo compleanno e sabotato un'uscita di sabato sera cui Leni teneva molto, mi sento incline all'introspezione. Il primo pensiero è: sono vulnerabile. Dunque, questo involucro di carne che mi porto dietro, che mi porta dietro è fragile, imperfetto, ostaggio del dolore: una pallina di 0.8 mm intestarditasi a far turismo nel mio apparato uro-genitale è in grado di tormentare il mio sistema nervoso in un modo insopportabile (e io, come ogni uomo, mi sono sempre reputato una persona resistente al dolore fisico). La seconda considerazione è: il dolore è solitario. Certo la mia famiglia mi è vicina ed il conforto morale è immenso, ma nei momenti clou ci sei solo tu e il tuo fottuto coltello ficcato nella schiena, siete voi due ad affrontarvi in un duello senza senso e di durata imprecisata, nessuno ti può veramente aiutare o forse sì, il salvatore, che, nelle sembianze della guardia medica trendy e sbrigativa ti perfora le chiappe con due bomboni - dopodiché il sacco di ciccia viene consegnato all'agognato oblio chimico che assieme ad ogni altra sensazione attutisce e poi cancella il dolore. La terza considerazione è: per fortuna vivo in questa versione del Ventesimo secolo in miniatura che sperimentiamo in Italia oggi. Cosa ne sarebbe stato di me se non fossero stati inventati il Buscopan e il Voltaren? La quarta considerazione è: ora sto (abbastanza) bene, e sono incredibilmente felice. E, per quanto banale, mi ricordo come è bello stare bene, e come sono stato di merda quando sono stato male, e che il passaggio da uno stato all'altro è avvenuto in un click e senza che io potessi scegliere - ringrazio la mia buona sorte, che mi ha dato un malanno fastidioso ma non grave, e che mi ha presto riconsegnato nel mondo normale solo con quella piccola cicatrice che si chiama "non dare la tua salute per scontata". Ma quella cicatrice è veramente piccola, quasi non si vede, perché due giorni dopo già mi lamento del caldo, dell'ufficio, delle zanzare. Senza pensare che con un altro click potrei essere morto.

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6/25/2007

Cronache marziane

Centoquindici infermieri del San Filippo Neri di Roma, intendendo protestare contro i turni a loro dire "massacranti", si mettono in "malattia": la struttura è costretta a chiudere 12 sale operatorie pur mantenendo operativo il presidio per la gestione delle emergenze (anche se è molto difficile credere che abbia funzionato regolarmente). Un tipico esempio della gestione della lotta all'italiana, i cui capisaldi sono i seguenti: 1) provocare il massimo danno possibile agli inermi e purtroppo spesso inerti cittadini - e qui si parla di ammalati! 2) rischiare il meno possibile in proprio - anche la paga di un giorno è troppo, e allora, via con la "malattia" 3) poter sempre contare sulla copertura del sindacato, che, pur condannando en-passant il metodo, si dilunga sulle ragioni di malessere che hanno causato la condotta delittuosa, di fatto giustificandola, o per lo meno, ammorbidendo il giudizio negativo sul metodo. Come dovrebbe finire la vicenda in un paese serio: licenziamento in tronco di tutti e 115 gli infermieri, seguito da denuncia penale per interruzione di pubblico servizio e magari anche omissione di soccorso; non la farei passare liscia neanche ai medici che apporrano la propria firma sotto le 115 certificazioni false. Il fatto è che così si fermerebbe l'ospedale fino a che almeno non si siano assunti e formati altrettanti lavoratori extracomunitari. Come andrà a finire: la faranno franca, come sempre.
Ieri notte alla Stazione Tiburtina di Roma, 200 pendolari sprovvisti di biglietto per l'intera tratta sono stati fatti scendere dal treno: a quel punto hanno inscenato una originale "protesta", occupando i binari e paralizzando completamente il traffico ferroviario di mezza Italia per circa otto ore. Non so niente della ragione che ha spinto questa marmaglia irresponsabile al suo atto scellerato, né mi interessa: di fronte alla barbarie, al menefreghismo e all'egocentrismo della solita minoranza impunita decisa a far scontare a quanta più gente possibile il proprio rodimento di culo, non ci sono, o non ci dovrebbero essere, attenuanti, giustificazioni, analisi di contesto a scopo giustificatorio. Trovo ineccepibile il comportamento di Trenitalia, che una volta tanto non ha calato le braghe davanti alla gente che pretente di viaggiare gratis (come pure fa regolarmente con i no-global); mi domando piuttosto come mai le forze dell'ordine non abbiano provveduto a sgombrare i binari magari rinfrescando i focosi viaggiatori con qualche getto d'acqua fresca. Come dovrebbe finire? Tutti denunciati per interruzione di pubblico servizio, e condannati in qualche modo a farsi carico di una parte anche simbolica degli immensi danni provocati (pensate che è dovuta intervenire la protezione civile con le bottigliette d'acqua per aiutare i malcapitati passeggeri divenuti ostaggio di questi imbecilli). Come finirà, invece? Crediamo di saperlo.
Morale: se dovete commettere un illecito, per quanto grave e dissennato, cercate di organizzarvi in tanti - vedrete che la farete franca.

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6/24/2007

Dalla parte di Israele, con la testa alta

Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Uniti, dopo estenuanti compromessi, sembra aver trovato un accordo sulle sue stesse regole di funzionamento (ci ha messo un anno, ma accontentiamoci). Questo organismo è nato circa un anno fa dalle ceneri della Commissione dei Diritti Umani dell'ONU, la cui credibilità è stata annientata dalle nazioni che la controllavano (tutte del blocco Asia-Africa-Paesi Arabi, e tutte con un'eccellente storia di diritti umani calpestati) che hanno profuso molti dei loro sforzi a richiamare Israele e a difendere la condotta di paesi come Sudan e Zimbabwe. Pare di capire che l'inizio non sia dei migliori e niente fa pensare che esista discontinuità rispetto alla precedente "gestione". Vediamo perché: 1. Cuba e Bielorussia vengono escluse dalla lista dei paesi sotto osservazione per presunte violazioni dei diritti umani; 2. la Cina (sì, sì la Cina) ha chiesto che le "sanzioni" vengano comminate dopo una delibera a maggioranza di due terzi, e non a maggioranza assoluta; 3. anche se molti paesi in via di sviluppo sono contrari alla pratica del "name and shame", continuano a fare un'eccezione quando si tratta di tirare le orecchie ad Israele, l'unico governo che finora ha subito critiche dall'agenzia. Non a caso, Israele (nella definizione di Territori Palestinesi Occupati) figura nella lista dei "cattivi" in buona compagnia: Haiti, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Myanmar, Nord Corea.

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6/23/2007

Diavolessa di un'irlandese

Sinéad O’Connor mi è sempre piaciuta non solo come cantante, ma anche come persona. Adesso che ha passato la quarantina, mamma di quattro figli avuti da quattro uomini, ripercorre con del TimesOnLine le tappe di un'esistenza vissuta nel privato e sul palco senza concessioni al ben-pensare e alla moderazione: il mondo la ricorda per aver rubato una Bibbia in un negozio (il mio manager se la fa sotto al pensiero che ne parli!, dice alla cronista), per essersi rifiutata di cantare nello stesso posto dove era stato eseguito l'inno americano e per l'ordinazione a sacerdote della chiesa dei cattolici indipendenti (episodio sul quale cala il "no comment"). Stravaganze? Eccessi di una personalità tormentata da oltre quindici anni di ossessivi pensieri di suicidio? Forse no. Più autenticamente, segni del percorso di un'anima alla ricerca della verità e dell'assoluto, e quindi in perenne conflitto con i limiti del mondo reale. Bulimica in fatto di religione (le sue convinzioni sono un collage fai-da-te di cristianesimo, rastafarianismo, sufismo, cabalismo) si definisce credente e dedita alla preghiera, ma non fa sconti al suo paese di origine (che definisce "la teocrazia") né alla curia romana. Chi ha dimenticato la memorabile performance dell'ottobre 1992, quando al Saturday Live Show strappò in diretta la foto di Woytila insultandolo con una parolaccia molto comune per attirare l'attenzione dei media e della gente sullo scandalo dei preti pedofili irlandesi, le cui responsabilità venivano allegramente coperte da Roma. Ben 15 anni sono passati, il "vizietto" pretesco che ha dilapidato la rendita economica e morale della chiesa è ormai di dominio pubblico; e ora, chi ha il coraggio di mettere in croce Sinéad? Aveva o no visto lungo? E' più scandaloso che un prete inchiappetti un bambino o che una cantante strappi la foto del capo di un'organizzazione politica priva di qualsiasi autorità morale?

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Il sindacato protegge i fannulloni: dove è lo scandalo?

Tutto avrei pensato nella vita tranne che avrei provato mai simpatia per "evve-moscia-Cordero di Montezemolo". In questa fase della vita politica italiana, tuttavia, mi pare che sempre più spesso stia dicendo le cose che una gran massa di persone pensa, ma non osa pronunciare ad alta voce, per paura di apparire politicamente scorretta. Solo in un paese mediocre e incapace di sdegno di fronte ai privilegi di pochi a danno dei più la seguente frase può scatenare il pandemonio: "(il) sindacato" è sulla buona strada per "diventare espressione della pubblica amministrazione, dei pensionati e anche di qualche fannullone". Per quanto sia sgradevole e dolorosa, la diagnosi di Montezemolo è esatta: la pubblica amministrazione italiana, non solo lavora poco e male, ma riceve anche un rotondo aumento di stipendio, a spese di tutti noi. Il sindacato, pronto a tapparsi orecchie, naso e bocca di fronte ai veri problemi dei lavoratori, e permeabile a infiltrazioni estremistiche, è sempre molto sollecito nel difendere i "diritti" dei nullafacenti.

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6/21/2007

Aiutate Amnesty e fate un dispetto al cardinale

Il cardinale Martino ha stigmatizzato Amnesty International, colpevole a suo dire di aver aver intrapreso una "svolta abortista", "tradendo le sue finalità istituzionali" e "piegandosi alle pressioni delle lobbies abortiste" (?). Da buon prete, dopo aver dato un'occhiata ai genitali, ha parlato di soldi, specificando che la chiesa non sosterrà in futuro l'organizzazione e che si adopererà affinché i suoi seguaci facciano altrettanto. Amnesty ha precisato che, come è ovvio, non ha mai ricevuto neanche un euro dalla chiesa cattolica (né da nessuna confessione religiosa o stato). Martino è in malafede o semplicemente mal informato sui suoi stessi affari? Desidera dare al lettore poco attento l'impressione che la chiesa finanzi ONG, senza tirare fuori un soldo. Quello che è sicuro è che desidera mantenere salda la presa della sua organizzazione sul programma di medievalizzazione della società - non a caso, leggo su Repubblica che nel 1994 Martino ha guidato la delegazione vaticana alla ICPD (Conferenza Internazionale ONU su Popolazione e Sviluppo) dove si è distinto per aver fatto la guerra (assieme agli americani e agli islamici) ad un protocollo ONU sulla salute sessuale che prevedeva anche l'accesso all'interruzione di gravidanza. Per la cronaca, la recente rivisitazione del programma di Amnesty che ha tanto irritato il porporato non si spinge a fare campagna per la liberalizzazione dell'aborto, ma si prefigge obiettivi decisamente più modesti, quali garantire un'adeguata assistenza medica a chi abortisce (per motivi di salute, stupro ed incesto) ed evitare loro la prigione (pare accada anche questo) - non proprio una piattaforma da lobby abortista (ma che cosa è poi?). Per aiutare Amnesty ma anche per far dispetto a Martino, scarichiamo (a pagamento, stavolta!) brani della compilation "Make Some Noise for Darfur", l'iniziativa di AI a favore del Paese Africano.

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6/20/2007

"Orgoglio" pedofilo... e se fosse un hoax?

Parlando della cosiddetta giornata dell' "orgoglio" pedofilo, voglio tentare di ragionare freddamente, prendendo distanza dalle emozioni negative che prendono il sopravvento quando ci si imbatte in un crimine di questo tipo: rabbia, impotenza - quell'immenso "perché?" di granito scritto a caratteri di sei metri l'uno nel nostro cielo vuoto. Dunque, le persone (dico la verità, fatico ad usare questa parola) che si dilettano a violentare i bambini sono giustamente odiate da tutti: quando si tratta di un pedofilo, anche persone di buon senso, fieramente liberali, fanno la triste esperienza di veder vacillare le proprie convinzioni sulla pena di morte; i pedofili, quando finiscono in carcere, sono a rischio di essere assassinati da altri detenuti; la polizia è continuamente alle loro calcagna, e quelli che si incontrano su internet sovente vengono beccati. Insomma, se fossi uno di questi criminali, cercherei in ogni modo di non dare nell'occhio, di mimetizzarmi, di nascondere le mie tendenze sotto uno stile di vita il più possibile normale; insomma, tutto farei anziché metter su addirittura un happening globale, con tanto di candelina azzurra sul davanzale. Ma vi immaginate la scena: "Tesoro, guarda alla finestra dell'ingegnere... c'è una candela azzurra accesa, la mazza da baseball ti ricordi dove è?" Insomma, l'atto esibizionista di uno di questi particolarmente svalvolato ci può anche stare, ma che dei criminali tanto scaltri da aver schivato la giusta punizione che li attende decidano di passare ad un'outing di massa con il tono di una pseudo-piattaforma politica non sta in piedi. Tuttavia, il boy-love day da un punto di vista sociologico ha il discutibile pregio di aggregare lo sdegno e l'odio di persone diversissime tra loro, pronte a intraprendere iniziative di contrasto. Ma poi quali? "Firmare una petizione"? Firmare una petizione per impedire il perpetrarsi di quello che a tutti gli effetti è la celebrazione di un delitto, cioè esso stesso un delitto? E perché non firmare una petizione contro gli assassinii? Chi ha avuto l'idea della petizione ha poi corretto il tiro, spiegando che la petizione era per chiedere all'Unione Europea di intervenire e di bloccare i server che ospitano informazioni e materiale pedofilo. In pratica, tutti (io compreso, dato che anche sono emotivo e padre) abbiamo firmato per sollecitare le polizie europee a fare quello che già fanno tutti i giorni... Ma qualcuno ha raccolto migliaia, se non milioni di indirizzi di posta elettronica.

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6/19/2007

Takeaway dall'ultimo Ridley Scott

"Pardon my lips. They find joy in the most unusual places." [dal film di Ridley Scott - Un'ottima annata]

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Piccola favola zen

Una monaca buddista racconta questa storia:
"Ho visto l'inferno: era una grande tavola imbandita con ogni ben di dio, attorno alla quale sedevano uomini e donne belli e raffinati, che alle mani avevano attaccate delle lunghe aste. Sono passata anche per il paradiso: anche lì, un ricco banchetto, anche lì splendide persone quei bastoncini legati alle braccia. All'inferno ognuno cercò di prendere il cibo per sé stesso, con l'unico risultato di disperdere i manicaretti sulla tavola e per terra. In paradiso, ognuno usava le sue appendici artificiali per aiutare i vicini a nutrirsi, cosicché ognuno di loro poté gustare il cibo preferito, nulla andò sprecato, e soprattutto mancò del tutto lo stress..." (Fonte: Newsletter) Morale: beh, quella sull'altruismo è ovvia. Ma a me piace pensare a quei bastoncini che ognuno di noi, senza nemmeno saperlo, frappone tra le nostre avide mani e il piatto di cous cous fumante.

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E, a proposito di tabù...

Questa immagine mi piace, soprattutto perché ha fatto incazzare milioni di fanatici in India. Per questo la ripubblico qui: evviva i baci, gli abbracci, la simpatia e l'affetto, ma anche il cinema, la finzione, la nostra libertà, l'ossigeno che colora la nostra vita, quel pizzico di follia che disperde la noia...

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Congratulations, Sir Rushdie

La Regina d'Inghilterra ha onorato Salman Rushdie del titolo di baronetto. Convinto laico, e grande fustigatore delle assurdità islamiche, ha passato una buona parte della sua vita sotto protezione dopo la pubblicazione del suo quarto romanzo "I Versetti Satanici" (1988). Tra le tante cose buone che ha fatto (oltre ad avere stretto la mano al sottoscritto che, tremante di emozione, gli ha chiesto un autografo) ricordo l'appoggio dato al Ministro britannico Jack Straw quando questi si espose in una discussa campagna contro il velo islamico - il velo "fa schifo" ed è un simbolo della "limitazione della donna", commentò allora un serafico Rushdie. Siamo fieri, come spesso ci capita, del supercilioso Paese che coraggiosamente lo ha onorato e non sappiamo se ridere o piangere delle moltitudini zotiche ed imbarbarite, che, sobillate da preti falsi ed unti, brucia la sua effigie per le strade.

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Il killer a zonzo, il magistrato in ferie

Priebke dentro, Priebke fuori. Ennesimo figurone della "giustizia" italiana (civile o militare, poco importa) determinata a non perdere occasione per fungere da cartina al tornasole dello stato di degrado civile e morale in cui si dibatte il Paese. Il magistrato di "sorveglianza" Fulvio Salvatori firma un provvedimento con cui si autorizza l'arzillo e impenitente criminale nazista a svolgere un'attività lavorativa. Non si riesce a capire come una cosa di questo genere possa accadere: ricordiamo infatti che Priebke dal 1999 ha ottenuto la commutazione della sua condanna all'ergastolo in condanna agli arresti domiciliari "per motivi di salute"; da allora sono passati ben 8 anni e certo il suo stato di salute non deve essere migliorato... tuttavia, dopo un periodo di riflessione di 53 anni, il simpatico vecchietto decide di ricominciare a lavorare - anche a non considerare il rischio che l'umanità si accolla quando uno come Priebke, professione SS e assassino seriale, decide di "rimettersi" al lavoro, appare chiaro che le motivazioni alla base dei due provvedimenti siano in palese contrasto le une con le altre. Ma non basta, perché, ragazzi, siamo in Italia! Salvatori, dopo questo capolavoro va in ferie, e risulta irreperibile tanto per gli avvocati della comunità ebraica che per i giornalisti. Sin da subito, tuttavia, si sa che la balorda decisione ha le ore contate, e che verrà rovesciata; Priebke viene avvistato su un motorino il suo primo giorno di scuola e finisce sulle prime pagine - solo poche ore prima che con un cavillo giuridico (la mancata comunicazione puntuale delle ore in cui si sarebbe dovuta svolgere l'attività lavorativa del condannato) la magistratura militare riesca a rovesciare il provvedimento. Concludiamo: una giustizia in mano all'arbitrio di alcuni; assenza di dignità e di rispetto di chi la dovrebbe amministrare; arroganza del criminale; per il cittadino, il solito conto salato, poliziotti da pagare, rabbia impotente, fegato gonfio.

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6/17/2007

Santa Pippa

Mi permetto anche io di entrare nel merito del contenuto del regolamento sulle attività funebri e cimiteriali approvato a fine gennaio in Lombardia e balzato agli onori delle cronache solo recentemente grazie ad un articolo del Corriere della Sera, e commentato con maggiore autorevolezza da altri blog amici (biotetiche, metilparaben). In pratica, grazie alle "innovazioni" introdotte dal citato regolamento, ogni donna che abortisca in Lombardia dovrà obbligatoriamente riempire un modulo nel quale le si chiede se per desidera provvedere personalmente alle "esequie" o se invece preferisca delegare la struttura sanitaria. Come spesso accade in Italia, crudeltà, idiozia, intolleranza congiurano assieme per creare una situazione eversiva e paradossale. Punto primo: si parte dal presupposto che il feto abortito sia una persona; ne consegue logicamente che la donna che vuole o deve praticare l'interruzione di gravidanza, così come il personale medico e paramedico che la assiste sono assassini (per questo dico "eversiva"). Punto secondo: la donna che vuole o che deve abortire si trova di solito in una condizione psicofisica di indicibile stress, e di tutto ha bisogno fuorché di qualche mullah ipocrita le renda le cose anche più difficili e penose (e il mullah in questo caso è il noto teologo - bacia-culo-di-prete Roberto Formigoni). Punto terzo: il feto è una "persona" solo in Lombardia, nelle altre regioni, dove pure grazie alla chiesa e ai paraculi con il patentino di obiettori di coscienza, abortire è comunque un'avventura, per lo meno il feto è rimasto o "prodotto della gravidanza". Lancio un'altra idea: perché non fare il funerale anche al seme che viene emesso al termine delle lunghe sessioni masturbatorie cui si sottopongono i nostri politicanti?

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Assad-Diliberto: il criminale abbraccia l'idiota

Il 13 giugno il compagno Oliviero Diliberto è volato a Damasco per incontrare quel gentiluomo che risponde al nome di Bashar al-Assad. A quanto riferisce un trafiletto del Corriere della Sera, il meeting tra il tiranno-protettore di terroristi siriano e il leader dei comunisti italiani si è svolto in un clima di grande cordialità reciproca (!). Diliberto ha sottolineato "l' interesse" in più proficui "rapporti col Baath" (sì, avete capito bene, la versione siriana del partito del compianto statista Saddam Hussein). Che ogni cosa che fa Diliberto sia destinata a gettare disonore sul paese che purtroppo rappresenta e sul popolo che inspiegabilmente lo ha eletto deputato non è una novità. Ma dimostrare solidarietà e vicinanza ad un terrorista dichiarato, le cui mani grondano sangue, al responsabile (politico o materiale), tra le altre cose, dell'assassinio di ben tre rappresentanti del governo libanese (tra cui il primo ministro Rafiq Hariri, assassinato nel febbraio 2005) è troppo perfino per un arrogante combinaguai come lui. Chissà se la "solidarietà" del nostro "onorevole" si intenda estesa anche ai parenti e gli amici del deputato della maggioranza antisiriana libanese Walid Eido, ucciso mercoledì assieme ad altre nove persone da un'autobomba sul lungomare di Beirut piazzata dalla solita "manina" (siriana) che ha cancellato con Hariri le flebili speranze dei Libanesi. Vergogna vergogna vergogna.

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6/09/2007

Otegi: parole che tagliano come un rasoio

Arnaldo Otegi, ex portavoce di Batasuna ed (ex?) Etarra, è stato arrestato oggi in a San Sebastian, in Spagna. Quarantanove anni, sposato e con due figli, accusato di attentati dinamitardi, rapine, furti, attacchi armati, ha passato 6 anni in carcere (solo la metà della pena per il rapimento dell'imprenditore Luis Abaitúa). Continua la sua "carriera politica" candidandosi nel 1994 nelle liste di Harri Batasuna, riuscendo però ad entrare nel parlamento basco solo nel 1995, quando prende il posto della compagna di partito Begoña Arrondo, costretta a rinunciarvi in seguito all'accusa di banda armata. Nonostante abbia partecipato nel settembre del 1998 ai cosiddetti accordi di Estella, base della "tregua" tra l'ETA e il governo e la popolazione spagnoli, Otegi non ha mai rinnegato il terrorismo e la violenza come "metodi" politici: sono invece numerosi i casi in cui ha pubblicamente esaltato le gesta dei "valorosi" compagni terroristi baschi. Le sue discutibili opinioni, però, grazie alla legge spagnola del 2000 che introduce il reato di apologia di terrorismo, possono anche non rimanere senza conseguenze. Quando lo scorso 5 giugno l'ETA ha dichiarato interrotta la tregua dichiarata a marzo del 2006, la risposta del governo spagnolo, come promesso dal suo capo, è stata "implacabile". Ed ecco che Otegi finisce in carcere per un fatto accaduto nel 2003. Sperando che ci resti.

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6/08/2007

Dalla parte della maestra

Leggiamo che una professoressa di Palermo ha obbligato un ragazzo, colpevole di atti di bullismo nei confronti di un compagno a scrivere cento volte la frase "sono un deficiente" - come nota di colore, rileviamo che lo sciocchino non è stato nemmeno a scrivere la frase, dato che sembra abbia riempito il quaderno di "sono un deficente"... In Italia, dove la carcerazione preventiva è la regola e la giustizia è il problema politico numero uno, si trova però un pm che condanna la professoressa a due mesi di carcere per "abuso di mezzi di correzione" (condanna sospesa). Alcune considerazioni: 1. il "bullo", ma chiamiamolo pure "deficiente", che mi pare meglio, può insultare a piacimento i compagni ed impedire ad un compagno di entrare nel gabinetto "perché gay, cioè femmina". 2. ma l'educatore che lo punisce merita due mesi di carcere 3. il genitore del deficiente può chiamare la professoressa "cogliona" o "testa di cazzo" (le agenzie non danno indicazioni univoce sull'epiteto ingiurioso adottato) ma la professoressa non può chiamare deficiente ... il deficiente 4. apparentemente, i Carabinieri di Palermo non hanno problemi più importanti che raccogliere il deprimente sfogo del genitore del deficiente, accettando la sua denuncia anziché invitarlo a farsi un giro 5. un pm di Palermo perde tempo, denaro, sporca carta e timbri per ipotizzare una misura di restrizione della libertà nei confronti di un'insegnante che ha solo fatto il suo dovere 6. il mammismo italico è il infame che muta in deresponsabilizzazione, perdita della dignità, assistenzialismo, lassismo, in tutti i vizi, cioè che fanno dell'Italia il paese sottosviluppato che è. "Cari professori miei, io vorrei che in giro ci fossero meno bulli del cazzo e più gay " La mia parte intollerante - Caparezza

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6/07/2007

Cina: 10 anni di galera per una email

Tre anni fa il giornalista cinese che vedete in questa foto ha mandato una email ad un indirizzo radicato su un server americano nella quale riportava le istruzioni del governo cinese ai giornalisti per la copertura del quindicesimo anniversario della feroce repressione della piazza Tienanmen. Shi Tao ha agito con autentico eroismo, dato che sapeva a che cosa sarebbe andato incontro se fosse stato scoperto: il ministero della propaganda cinese considera le informazioni da lui diffuse in occidente "segreti di stato". Nessuno però poteva prevedere che Yahoo! Hong Kong si mettesse con zelo al servizio della polizia politica cinese rendendo così possibile il suo arresto. Attualmente Shi Tao sta scontando una condanna di dieci anni. Lo scorso 4 giugno (anniversario di Tienanamen) l'associazione Internazionale dei Giornali (WAN) ha attribuito a questo eroe della libertà il premio Golden Pen For Freedom per il 2007. La madre di Shi, che ha ritirato il premio in sua vece, ha letto una poesia che il figlio ha scritto cinque giorni dopo i drammatici eventi. June by Shi Tao

My whole life Will never get past “June” June, when my heart died When my poetry died When my lover Died in a passionate pool of blood

June, the scorching sun burns open my skin Revealing the true nature of my wound June, the fish swims out of the blood-red sea Toward another place to hibernate June, the earth shifts, the rivers fall silent Piled up letters unable to be delivered to the dead

(Written on the 9th June 2004)

Translated by: Chip Rolly

Di questo caso si è occupata anche Amnesty International, che ha anche pubblicato un report sulle gravissime responsabilità di Yahoo!, Google e Microsoft nelle azioni di repressione dei diritti umani ad opera del regime cinese (vedi anche link sulla destra, nella lista "link amici".

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6/06/2007

Gente "di Sinistra": Sveglia!

Non mi interessa particolarmente che Visco abbia approfittato della sua posizione di potere al fine di coprire le malefatte dei membri del suo partito. Né che la maggioranza preferisca mettere la testa sotto terra per non vedere: abbiamo visto queste cose molte volte, purtroppo. L'ennesimo psicodramma politico mi ha fatto riflettere su una cosa a cui non avevo mai pensato prima: apparentemente è del tutto normale che un ministro, non desta scandalo il fatto che un Ministro redarguisca un generale della Finanza perché ha nominato un Capo di Stato Maggiore e un Sottocapo di Stato Maggiore senza prima aver consultato il suo partito. Si legga in proposito il testo della lettera di Visco a Speciale datata 16 marzo 2007 e (meritoriamente) pubblicata sul quotidiano forzaitaliota "Il Giornale": "Signor Generale, ho ricevuto la Sua lettera in data di ieri, con la quale mi informa della designazione del Capo di Stato Maggiore e del Sottocapo di Stato Maggiore. Ne prendo atto. Devo per altro ribadire nell'occasione che eventuali ulteriori ipotesi di designazioni dovranno avvenire solo all'esito di un preventivo e approfondito confronto sulle motivazioni delle stesse con l'autorità politica, cosa che, anche in questa circostanza, non è avvenuta". Vincenzo Visco Se questa è l'agghiacciante premessa, possiamo aspettarci, ad esempio, che un Ministro degli Interni rimuova un Capo della Polizia di idee politiche diverse dalle sue, per installarne un altro in modo tale che "certi" reati (o anche comportamenti che NON sono reati) debbano essere repressi ed altri no.

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6/05/2007

Palmari in Africa?

Il fondo Elevation (di cui il dott. Bono Vox è co-fondatore e Managing Director e non sfugga l'inconsapevole ironia) ha appena speso 325 milioni di dollari per ricapitalizzare Palm, una ditta concorrente di Blackberry, attualmente un po' in difficoltà. Forse alcuni dei bambini africani cui il menestrello si dichiara tanto affezionato la prenderà male, dato che il nuovo investimento del loro latteo paparino irlandese manderà in fumo un po' di pappa, ma va detto che, una volta sanata Palm, potranno distrarsi facendo qualche telefonata o navigando su internet in Wi-Fi cosa essenziale in un paese in cui manca l'acqua. Mal che vada, potranno sfogliare Forbes, un altro degli investimenti con cui Elevation si sforza di redistribuire ricchezza e produrre equità.

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La lungimiranza degli oggetti

Alle volte le cose sono dotate di una ironia tutta loro, si animano - le loro molecole spingono forte verso l'esterno, si sforzano come possono per comunicarci qualcosa di misterioso, quasi fossero dotate di una loro intelligenza. Guardate che tipo di messaggio inquietante (e profetico) ha voluto darci mesi fa la targhetta del pianerottolo...

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Organigramma

Finalmente è uscito l'Orgasmigramma! L'ennesimo momento forte della mia presenza in questa organizzazione. Lo ammetto, sono scosso - come potrebbe essere diversamente? Cosa pensate che accada sotto questa camicia a righe, così seria? Sotto, c'è un cuore che palpita, mica una pompa meccanica! Una volta di più, la mia dedizione sarà premiata, il mio ego vellicato, il folto pelo che copre le mie chiappe accuratamente pettinato. Sono... felice!

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6/04/2007

Elogio della sprovvedutezza

In Breakfast on Pluto si ritrovano i temi (o le ossessioni?) di Neil Jordan: la ricerca spasmodica dell’amore, la difficoltà a conquistarlo (Paddy) e a mantenerlo (Charlie), il gusto dell’iperbole (figlio di un prete e per giunta gay in un Paese cattolico), del paradosso elegante (il poliziotto che ti pesta ma poi ti salva), il piglio (apparentemente) anti-borghese - la luce di un sorriso dietro alle gocce di sangue. Patrick/Patricia "Kitten" Braden, paradosso vivente, sperimenta sulla sua carne l’impossibilità dell’amore romantico che il Verbo trito e melenso delle canzoni pop gli versa instancabilmente nelle orecchie: non è un caso, credo, se l’ingenuo e speranzoso spettatore, in due ore e passa di pellicola, non sarà testimone di un solo bacio. Non solo il suo personaggio (chiaramente reinventato dal geniaccio di Jordan a partire dall’archetipo letterario di Mc Cabe) funziona magnificamente dal punto di vista narrativo, marciando spedito in una storia piena di colpi di scena, divertendo e non di rado scaldando il cuore (tenerissima la scena in cui immagina di ballare con il suo amico down). Non solo: la nostra simpatica “Gattina”, io credo, è dotata del carisma sufficiente per diventare una piccola icona pop-glam… Come non risuonare per simpatia quando con il suo mantra petulante da bambino stizzito (“cose serie, serie, serie”) rigetta la politica e la violenza cieca e inutile che ne deriva? E non possiamo forse concludere che quello che diversi personaggi gli rimproverano, di essere “uno sprovveduto”, sia in verità una autentica (e serissima) scelta di vita? Noi pensiamo che Paddy sia una persona piena di sentimento e di ironia, e che la sua sprovvedutezza sia l'arma segreta per difenderlo da un mondo crudele.

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