flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

7/31/2007

Pannella & Bonino: chiuse le porte al vento fresco

Lo sapevamo che sarebbe finita così, ma, per un attimo, ci abbiamo sperato, che dico, abbiamo voluto chiudere gli occhi e sognare. Sognare di un'Italia laica, libera, onesta, semplice, chiara, coraggiosa: un'Italia dove persone serie, preparate, coerenti, pulite, che hanno messo (letteralmente) la propria vita al servizio della bene comune, trasformato il denaro ottenuto onestamente in fatti politici, possono raccogliere il frutto delle proprie lotte distribuendo in cambio doni di libertà ad un popolo affranto, abbrutito, conformista, sonnacchioso e demoralizzato.
Sarebbe stata questa l'Italia nuova dove un Pannella e una Bonino avrebbero potuto magari non arrivare al vertice del nuovo partito "progressista" italiano, ma almeno avere la possibilità di candidarsi, una chance di sottoporre allo scrutinio della gente il tesoro di una militanza feconda, piena di amore e di creatività, di cervello e di cuore: qualcosa che ha più a che fare con l'esistenza che con l'agone politico. Animali strani, troppo diversi, considerati lebbrosi, corpi estranei in questa provincia del mondo che non vi ha mai meritati, questa Italietta da quattro soldi pronta a liquidare la nobiltà della storia radicale come una teoria di buffonate e provocazioni, mentre solo la malafede può consentire di dimenticare quali sono le facce che abbiamo visto in piazza quando si è trattato di laicità, democrazia, diritti civili, proibizionismo, pari opportunità, libertà economiche, libertà di ricerca, eutanasia, giustizia.

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7/29/2007

Egotismo

Il dottor Sodomotto si è allontanato qualche giorno dalla miasmatica città nella quale vive. Come da copione, ha sofferto, pure nel suo buen ritiro, di qualche problema di salute fisica e psichica e pertanto ha deciso di ricominciare a postare i suoi sfoghi vanagloriosi a partire da domani. Per il momento, pensa solo a sé, e alla sua anima, come dice bene questo cartello fotografato in ospedale.

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7/24/2007

Il carcere è un deterrente solo per chi non c'è stato

Riprendo l'interessante executive summary dello studio "The Deterrent Effects of Prison: Evidence from a Natural Experiment", realizzato da Francesco Drago, Roberto Galbiati e Pietro Vertova per l'istituto di ricerche sociali tedesco IZA e pubblicato sul Sole 24 Ore di ieri.
Grazie all'indulto emanato in Italia nell'estate dell'anno scorso, in circa un anno (agosto 2006 - giugno 2007) sono stati rimessi in libertà oltre 26.000 detenuti, di cui circa 5.000 sono già finiti nuovamente in prigione. Poiché la legge del 2006 prevede che il reo indultato sconti, oltre alla pena comminata per il reato più recente, anche la parte residua scontatagli, l'indulto è per i tre studiosi italiani un buon laboratorio per studiare l'effetto deterrente della pena detentiva sulle persone già sottoposte a misure restrittive della libertà. I risultati della ricerca non sono intuitivi: la pena maggiorata sembra costituire un buon deterrente per le persone che in carcere ci sono state poco; al contrario, per chi ha già subìto condanne lunghe, la possibilità di scontare una pena maggiorata in caso di recidiva non costituisce un forte disincentivo a "rigare dritto" dopo aver beneficiato dell'indulto. Leggendo la pagina monografica del Sole, inoltre, si apprende che: 1. Negli Stati Uniti il tasso di incarcerazione è circa otto volte superiore a quello medio di Francia, Germania ed Italia (2004). 2. Il Regno Unito ha visto crescere il tasso di incarcerazione del 50% nel decennio 1995-2005 (da 99 a 149 detenuti su 100.000 abitanti) 3. Grazie all'indulto, l'Italia presenta invece un tasso di detenzione ridicolmente basso rispetto agli altri paesi europei (degli USA si è detto sopra): 66 persone su 100.000 abitanti, dato che si confronta con gli incredibili 737 negli USA, i 149 nel Regno Unito, i 93 in Germania e gli 85 in Francia. L'Italia presenta anche il calo più significativo rispetto agli anni precedenti 2004 (da 96 a 66). Non è azzardato concludere forse che il sovraffollamento delle carceri non è dovuto all'alto tasso di criminalità ma alla mancanza di strutture carcerarie e che è forse il caso di cominciare a parlare di qualche investimento in questo senso, anche senza essere della Lega.

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7/23/2007

Il mito della privacy su internet

Il Financial Times di oggi pubblica un articolo di John Gapper molto critico nei confronti di Google e del modo disinvolto con cui il gigante USA gestisce la privacy dei suoi utenti. Ad esempio, YouTube (controllata Google) da un lato chiude tutti e due gli occhi di fronte alle violazioni di diritti d'autore commesse dai suoi utenti che caricano in rete video coperti da copyright, mentre dall'altro mette a disposizione algoritmi-filtro per impedire che lo stesso accada per contenuti di "proprietà" delle major con cui ha fatto accordi commerciali (Warner e Universal). Evidente è l'arroganza con cui Eric Schmidt, CEO del gigante californiano, ha definito "transitoria" la resistenza di un social network (Facebook, molto popolare tra gli studenti universitari) deciso ad impedire a Google l'accesso ai dati contenuti nelle pagine dei suoi utenti registrati. Se qualsiasi oggetto postato su Facebook (post, foto, musica) fosse accessibile a tutti sul motore di ricerca più diffuso al mondo, il social network perderebbe molto dell'appeal che esso ha presso il pubblico adulto, sostiene Gapper, apparentemente convinto del fatto che Facebook sia più rispettoso della privacy rispetto ai concorrenti. Le cose, in realtà, sono molto diverse. Infatti,
a. ci sono elementi per ritenere che questo social network sia la rivisitazione privatistica del progetto federale IAO (Information Awareness Office) che se solo da un'indagine del Congresso che lo dichiarò illegale, avrebbe raccolto e centralizzato ogni sorta di informazione sui privati cittadini, dai siti visitati alla storia degli acquisti con carta di credito, dall'acquisto di biglietti aerei alle diagnosi mediche, dai voti all'università alle infrazioni al codice della strada, utilizzando sofisticate tecnologie di data mining. La CIA e il Dipartimento della Difesa, anche dopo la fine di IAO, non hanno mollato la presa, e hanno deciso di continuare a perseguire i loro scopi di controllo sociale usando l'impresa privata.
b. a conferma di quanto sopra detto, Facebook, quando era ancora solo una tra le tante dotcom, ricevette sostegno finanziario da Accel, il cui manager, James Breyer, era membro del board di BBN Technologies (tra i pionieri di ARPANET, la rete militare oggi nota come Internet) e, assieme a Gilman Louie, CEO of In-Q-Tel, una società della CIA, sedeva nell'organismo direttivo della Associazione Americana di Venture Capital (NAVC). Il CEO di Facebook è stato Anita Jones, membro del consiglio di In-Q-Tel, ex Direttore del Defense Research and Engineering presso il Ministero della Difesa USA, ex consulente del Secretary of Defense ed ex responsabile della DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) l'agenzia che partorì l'idea di IAO; c. concludendo, se usate Facebook, state mettendo i vostri dati personali direttamente nelle fauci della CIA. Ma non finisce qui: le clausole contrattuali sulla privacy e sul diritto d'autore che i membri del network devono firmare comprendono: 1. una manleva completa che consente a Facebook di fare qualsiasi cosa dei contenuti da voi messi in rete; 2. il diritto di Facebook a "cercare informazioni su di voi da altre fonti, quali giornali e servizi di instant messaging. Queste informazioni sono raccolte che facciate o meno uso del sito internet." Tutto sommato preferisco Google...

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7/20/2007

Gordon Brown a una svolta proibizionista?

Il primo ministro britannico Gordon Brown ha annunciato una possibile modifica nella classificazione della cannabis. Se nel gennaio 2004 la sostanza era stata portata da classe B (media pericolosità: amfetamine e barbiturici) a classe C (bassa pericolosità: steroidi ed antibiotici prescrivibili), con conseguente depenalizzazione, oggi Brown sta proponendo il percorso contrario, cioè riportare la cannabis da C a B: se questo dovesse accadere, la detenzione di cannabis diverrebbe un reato per il quale si può finire in prigione.
Anche se la depenalizzazione di fatto sembrerebbe aver causato una significativa contrazione nei consumi, e nonostante l'aperto scetticismo della Polizia e delle ONG che si occupano di tossicodipendenze, il governo sembra determinato nella sua volontà di attuare un giro di vite sulle droghe leggere. A giustificare tale scelta sta ufficialmente la diffusione di tipi di cannabis con concentrazioni di THB (la sostanza attiva) particolarmente elevate, in grado di causare al consumatore abituale danni psico-fisici anche gravi ed irreversibili. Se non si può negare il fatto che per lo meno in Gran Bretagna si fa uno sforzo per comprendere i problemi prima di governarli, la possibile stretta proibizionista, forse motivata dalla scelta di vellicare l'elettorato conservatore, non appare coerente: in primo luogo perché ben 9 membri del governo si sono affrettati a dichiarare di aver fatto uso di cannabis (in gioventù, ovviamente), e soprattutto perché, per quanto possano essere gravi gli effetti di lungo periodo del "fumo", non potranno mai competere con quelli provocati dall'alcol, il cui consumo (anche patologico) in Gran Bretagna è molto diffuso e perfettamente legale.

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Salvatore Carai, indegno politicante

Per Salvatore Carai, sindaco di Montalto di Castro, investire i soldi dei cittadini nella difesa legale di un gruppo di stupratori è un buon investimento. Nel paese della detenzione preventiva, delle prescrizioni e delle assoluzioni scandalose, dei giudici politicizzati, nel paese dove all'abbondanza di leggi corrisponde una tragica assenza di giustizia, vive un campione di garantismo: tanto forti sono le sue convinzioni che ritiene corretto che la collettività si faccia carico delle spese legali relative al processo ad otto subumani che hanno stuprato in gruppo per ore una ragazzina di 15 anni. Che Carai sia un vero politicante italiano, lo dimostrano le sue dichiarazioni a caldo, subito dopo l'esplosione dello scandalo. La premessa è tipica: "L'idea non è stata mia" - riusciremo a vedere in questo paese un politico che, messo di fronte alla propria condotta riprovevole, dica "mi dispiace, ho commesso un errore"? Possibile che nel nostro DNA sia scolpito il concetto perverso che il potere, con i suoi privilegi e le sue prerogative non ha niente a che fare con la responsabilità che è la ragion d'essere di quel potere? "Mi sono limitato, in assoluta buona fede, a fare quello che mi è stato esplicitamente chiesto con una lettera circostanziata dalle assistenti sociali del Tribunale dei Minori di Roma." prosegue imperturbabile Carai. "Mi si domandava di aiutarli a trovare un'occupazione, ritenuta indispensabile per il loro recupero sociale. Così ho fatto, impegnandoli nei cantieri scuola". Anche ammesso che il sindaco non stia mentendo, mi è rimasta impressa la mollezza della giustizia e delle strutture sociali italiane: lo stupratore viene analizzato dagli assistenti sociali (una spesa veramente superflua, usare i soldi pubblici per scandagliare quei tre grammi di materia grigia), mentre la vittima viene abbandonata a se stessa, magari con il solito sospetto inoculato dagli stessi autori della violenza, che "tanto quella puttana ha avuto quello che si meritava, ci stava eccome". Non solo, ma si perde tempo e denaro per cercare loro un lavoro. Sì, un lavoro, avete capito bene. Molti ragazzi per bene studiano, si impegnano e fanno una fatica terribile per trovare lavoro, per guadagnarsi sussistenza e dignità - ma per gli stupratori si apre una corsia preferenziale, al solo scopo di costringerli a tenersi l'uccello dentro i pantaloni. "Qualche famiglia – ricorda Carai – mi ha detto di non essere in grado di sostenere le spese legali e di non fidarsi della difesa d'ufficio. Ho pensato che aiutarli, facesse parte del sostegno che il tribunale mi ha chiesto." Bene, quindi è normale per un qualsiasi peone finito, magari innocente, nel labirinto kafkiano dei tribunali italiani doversi accontentare di un difensore d'ufficio, ma se si è commesso uno stupro, beh, in quel caso non ci si può accontentare di un qualsiasi pivellino offerto dallo stato... ci vuole un penalista serio. Non solo è necessario difendersi nel modo più consono, ma, in modo così tipicamente italico, non bisogna pagare mai. La rottamazione di quegli scarti umani deve essere pagata con le tasse dei pochi cittadini onesti pelati dal fisco. Quest'uomo mi ripugna enormemente, questo paese anche.

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7/18/2007

Il perfetto italiano

Sono migliaia, che dico, milioni gli Italiani che hanno chiesto a Selva di non dimettersi. Ai quali sommessamente mi aggrego. Se pensiamo, infatti, che in Parlamento si debbano trovare persone che rappresentino l'Italiano medio, proprio non riesco a pensare ad alcun tipo antropologico di Italiano più paradigmatico dell'ineffabile senatore emiliano, così pieno di inventiva e allegramente ignaro del principio di non contraddizione.
Fatto Uno. Lo scorso 10 giugno, Selva, per aggirare le misure di sicurezza predisposte per la visita di Bush a Roma, finge un malore e si serve di un'ambulanza come di un taxi per raggiungere lo studio de La 7, dove è atteso ad un talk-show.
Fatto Due: Una volta in studio, prima si vanta in diretta televisiva della bravata, e poi esterna con la massima serenità che: a) ha effettivamente avuto un piccolo malore causato dai suoi problemi di cuore e una volta raggiunto l'ospedale San Giacomo, abbia poi deciso di farsi dare uno "strappo" fino a via Teulada; b) (preoccupato del fatto qualcuno dei suoi figli possa essere all'ascolto) sta benissimo; c) ha agito preda dell'istinto incoercibile di ogni buon cronista; d) ha fatto il "cliente misterioso" del servizio di emergenza, per verificarne il livello qualitativo. e) il servizio reso dall'ambulanza in fin dei conti poteva essere migliore, dato che è arrivato con oltre mezz'ora di ritardo In una successiva intervista radiofonica, afferma l'ardita tesi secondo la quale il fatto di apparire in un talk-show sia una delle prerogative istituzionali del lavoro del parlamentare (ma probabilmente quest'ultima perla gli è stata suggerita da un avvocato, preoccupato di far figurare il comportamento indecente del suo cliente come legato alle prerogative del suo status di parlamentare). A caldo Il cittadino comune, irritato dall'inarrestabile flusso di evidenza empirica della disastrosa frattura esistente tra paese reale e paese legale, prova ogni sorta di sentimenti di rabbia e frustrazione di fronte all'indicibile arroganza di Selva. Poiché sono sicuro che la condotta del "disonorevole" comporta un reato e vorrei vedere chi si potrebbe azzardare a sostenere che il comportamento delittuoso sia stato commesso nell'esercizio delle sue funzioni di parlamentare o per finalità ideali, dovrebbe essere incriminato (come capiterebbe a me nella medesima situazione). E' invece il suo partito, sopraffatto dall'imbarazzo, ad obbligarlo al beau gest delle dimissioni, presentate l'11 giugno. A freddo Selva ci pensa un po' di giorni e, una volta accertatosi che nessuno, nemmeno i camerata, è in grado di salvarlo in un'eventuale votazione sulle sue dimissioni, ieri le ritira. Qualcuno (dei loro) dice che il nostro Parlamento costa diverse volte quello che costa l'omologo organismo di paesi civili, ma che questo aggravio è giustificato dalla importante mole di lavoro effettuato dai deputati e dai senatori: orbene, sappiate che il nostro Selva ieri ha passato ben 30 minuti a spiegare agli "onorevoli" colleghi le ragioni che lo hanno spinto a ritornare sui suoi passi. Anche qui, la coerenza ed il rigore delle sue argomentazioni sono stupefacenti per sincerità e senso alto dello stato: a) sono stati i numerosissimi attestati di solidarietà dei suoi elettori veneti, terrorizzati all'idea che un assurdo caso di persecuzione politica possa condurre al suo allontanamento, a convincerlo al duro passo (si noti che è stato eletto a liste bloccate, cioè la "sua" gente non ha scelto lui, ma il suo partito; b) (poiché il suo seggio, qualora disgraziatamente dovesse separarsi dal suo annoso sedere, verrebbe attribuito ad un altro personaggio di AN, che dopo la trombatura, viene dato dai bookmakers pericolosamente vicino al centro-sinistra) Selva pronuncia l'altrimenti incomprensibile frase "un voto in meno del centro-destra è un giorno in più del governo Prodi" c) le intenzioni di Selva sono pure, in pratica ritira le dimissioni per evitare al Senato una brutta figura di fronte all'opinione pubblica: "Lo faccio per rispetto vostro. Se voi mi assolvete potrebbe sembrare la casta che si autodifende”. c) davvero imperdibile l'appropriata citazione di Mussolini, con cui Selva conclude il memorabile intervento.
Insomma, Selva ha dimostrato di essere un nostalgico ipocrita e opportunista oltreché un bugiardo patologico: dunque non è giusto che esca dal Parlamento.

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7/17/2007

Ministri degli Esteri a confronto

David Miliband (nato nel 1965) Secretary of State for Foreign and Commonwealth Affair in Inghilterra. Massimo D'Alema (nato nel 1949), Ministro degli esteri italiano nell'attuale governo. Giovane, brillante e determinato l'uno, maturo politicante l'altro. Con l'espulsione di quattro diplomatici russi accuratamente selezionati, Miliband invia un chiaro segnale di insofferenza nei confronti dell'intollerabile arroganza dimostrata da Putin negando l'estradizione di Andrei Lugovoi, l'agente segreto russo sospettato dell'assassinio di Alexander Litvinenko. Benché un accordo del 1957 consenta alla Russia di rifiutare l'estradizione, la dura misura applicata da Londra come conseguenza al rifiuto è pienamente giustificata. Chi ha ucciso Litvinenko non si è servito di un sicario né ha procurato uno di quei tragici "incidenti" che capitano ai nemici dello Zar Putin, ma ha scelto una tecnica particolarmente dolorosa per la vittima ma soprattutto basata sull'impiego di un materiale (il polonio) che si può trovare solo nei magazzini di stoccaggio del governo di un paese: come in ogni omicidio di mafia che si rispetti, il killer ha voluto "firmare" l'esecuzione e magari dare anche un segnale sul movente. In secondo luogo, chi ha messo in scena la tragica pagliacciata ha messo a rischio la vita di migliaia di persone innocenti in una delle città più libere del mondo (Londra). Tutto ciò, ma non solo (si pensi a Cecenia, Politkovskaja e altro ancora) dimostra quanto il signor Putin rispetti il mondo libero e la vita degli innocenti che si interpongano tra lui e i suoi loschi affari. Pertanto la scelta di Miliband, oltre ad avere la mia piena ammirazione (per quello che vale) crea un importante precedente: i paesi liberi non tollereranno la condotta criminale di Putin e dei suoi compagni del KGB.
D'Alema si distingue invece per le dolci parole che ha riservato oggi ad Hamas, l'organizzazione terroristica palestinese. Il fine politologo italiano argomenta: "Hamas si è reso protagonista di atti terroristici, ma è anche un movimento popolare: per l'Occidente non riconoscere un governo eletto democraticamente, magari mentre andiamo a braccetto con qualche dittatore, non è una straordinaria lezione di democrazia." Mi limito a notare che con questi parametri si potrebbe definire anche il partito nazista (non molto dissimile invero da Hamas), senza contare che in qualità di Ministro degli Esteri è proprio lui magari ad andare a braccetto con qualche soggetto poco raccomandabile. Ma evidentemente l'Italia non ci tiene a figurare tra le nazioni serie che, prima di tendere la mano a quella banda di terroristi, attendono almeno che il movimento dimostri disponibilità su due punti cruciali (fine del terrorismo e riconoscimento dello Stato di Israele) su cui i progressi sono ad oggi pari a zero. Per capire quanto è grosso il danno che le parole avventate ed ipocrite di D'Alema possano produrre al mondo, mi limito a dire che sono state apprezzate esclusivamente dai due campioni di ortodossia trinariciuta Diliberto e Bertinotti... Del resto se all'estero l'exploit di D'Alema avrà il solo effetto di confermare che razza di nazione di dementi sia l'Italia, l'aver teso la mano all'estrema sinistra, attualmente impegnata nella pantomima delirante sulle riforme pensionistiche, avrà certo un dividendo politico. Di seguito cosa ha detto di Hamas "Brains" Miliband a proposito di Hamas nella sua prima uscita pubblica (per l'articolo completo, vedere link su Financial Times):

"On the Middle East, Mr Miliband indicated that there should be no relaxation of demands that Hamas must recognise Israel’s right to exist before there was full engagement with the inter­national community.

Last week, Mr Miliband acknowledged that Hamas had played “a crucial role” in the release of BBC journalist Alan Johnston. But he said demands on Hamas set by the Quar­tet – the US, UN, European Union and Russia – “set a basic benchmark for being an engaged player”. “The first part of the bedrock of our approach is a commitment to a two-state solution.”

On Hamas’s refusal to re­cognise Israel, Mr Miliband said: “To suddenly say that there’s flexibility about one of the two states [Israel] having been there at all I think is not a sensible way of proceeding.

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7/16/2007

Il caso Mortara

Richard Dawkins, nel capitolo "Childhood, Abuse and Religion" del suo "The God Delusion", cita il caso Mortara come paradigma degli abusi che vengono commessi a danno dei più piccoli in nome di fandonie religiose. Edgardo Mortara (1851 - 1940) era un solo un bambino di sei anni quando venne rapito dalla polizia pontificia dalla sua famiglia ebraica di Bologna per essere condotto a Roma al fine di ottenere l'educazione cristiana che secondo il papa Pio IX gli spettava; questo perché la ragazza cristiana che lo accudiva quando aveva due anni, temendo per la sua vita, aveva deciso di battezzarlo, al fine di risparmiargli i tormenti della dannazione. Uno schizzetto di acqua sulla testa di un bambino ignaro e qualche formula in latinorum, ed il povero Edgardo si era trasformato in cristiano. Tanto bastava al papa per giustificare davanti all'indignazione del mondo il suo rapimento e le "violenze psicologiche, esistenziali e religiose" di cui fu oggetto il ragazzo. Indicibili furono l'arroganza e l'insensibilità dimostrate da Mastai Ferretti che, a proposito del caso Mortara dichiarò: "avevo il diritto e l'obbligo di fare ciò che ho fatto per questo ragazzo, e se dovessi farlo lo farei di nuovo" e anche "non sono interessato a cosa ne pensa il mondo". Peccato però che il mondo si interessasse invece moltissimo alla sorte di Mortara: il suo triste caso permise alle nazioni più civilizzate di comprendere il bieco oscurantismo e il chiaro antisemitismo (o anti-giudaismo) papale e ad appoggiare la guerra tra il Regno di Sardegna contro lo stato pontificio. A Roma, Mortara subì un vero e proprio lavaggio del cervello, al punto che prese i voti e si mise in evidenza con i suoi maldestri tentativi di convertire ebrei al cattolicesimo. Come non dare ragione a Dawkins quando sostiene che anche la famiglia di Mortara era vittima della religione esattamente come Edgardo? Constatata l'impossibilità di riportarlo a casa con mezzi legali, non potevano i suoi membri fingere una conversione al cristianesimo per avere indietro il ragazzo? Del resto, tutto il pasticcio era successo solo perché la famiglia Mortara aveva voluto assumere una ragazza cristiana, che poteva lavorare anche il sabato. Papa Pio IX, noto tra le altre cose per aver definito gli Ebrei "cani", è stato beatificato il 3 settembre del 2000, grazie a Woytila, non prima di aver guarito una suora di 37 anni dalla frattura di una rotula (sic!). Più consono ai suoi meriti fu il tributo che gli riservarono gli anticlericali, i quali alla sua morte (1878) attaccarono il corteo funebre con sassi e bastoni tentando di gettare la sua salma nel Tevere al grido di "al fiume il papa porco".

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7/15/2007

Financial Times: stavolta hai toppato!

L'articolo di Adrian Michaels pubblicato sul Financial Times del 13 luglio contiene alcune amare verità, alcune mezze verità e parecchia ipocrisia. Innanzitutto desidero sfatare la favola secondo cui in Italia le pubblicità contengono più nudità femminili che in altri paesi: a me è bastato fare un giro di due minuti su internet per trovare due esempi di messaggi pubblicitari made in the U.K., in cui il corpo femminile viene esibito in maniera disinvolta (nell'immagine a fianco, Joanna Gardimer boss di Elave esibisce le sue morbide forme a scopo commerciale). Insomma credo che lo scandalo (presunto) di Michaels di fronte alle rispettabilissime tette della velina italiana testimonial di una nota compagnia telefonica sia ascrivibile a semplice pruderie d'oltremanica. La bellezza (femminile) è sempre stata un mezzo un po' disonesto per attirare l'attenzione, non solo perché, come qualche ultrà femminista è pronta a replicare, il mondo sin dall'antichità è stato foggiato ad uso e consumo del maschio. A parte il fatto che sono sempre più frequenti gli uomini nudi o seminudi negli spot italiani, un bel corpo, maschile o femminile, suscita in tutti desiderio ed emozione: nell'etero dell'altro sesso e nell'omo dello stesso scatena il desiderio di ammirarlo e onorarlo con il contatto fisico; ma anche i membri dello stesso sesso e gli omo dell'altro sesso (disinteressati fino a prova contraria) provano ammirazione e piacere (forse un po' di invidia) esattamente come davanti ad una opera d'arte.
I dati statistici e i fatti concreti che vengono pubblicati qua e là nell'articolo, invece, sono interessanti, fotografano correttamente un paese in piena regressione, anche se non riescono a mettere a fuoco le vere cause del declino. Alcuni esempi: l'epidurale nel nostro paese continua ad essere un fastidioso extra con cui alcune eccentriche un po' snob intendono sottrarsi al loro dovere di partorire con dolore, sancito da preti (maschi) che fingono di aver fatto voto di castità (purtroppo questo è verissimo, ma il bravo cronista, se avesse voluto andare un po' oltre al mero colore, avrebbe potuto analizzare il fenomeno aborto in Italia). I dati dell'I.L.O. (International Labour Organization) sulla presenza femminile nelle stanze dei bottoni collocano l'Italia avanti a Cipro, Egitto e Corea del Sud - tuttavia, se è giusto e necessario che le donne possano conquistare posizioni di potere, non sono affatto sicuro che con una maggior presenza femminile in quei consessi oggi dominati da vecchi uomini o da amici dei potenti, le cose andrebbero meglio. Se poi il part-time in Italia vale il 15% della forza lavoro (36% in Olanda, 23% in Gran Bretagna) dobbiamo ringraziare i sindacati italiani e il loro modo impagabile di proteggere i diritti dei nullafacenti e dei privilegiati. I datori di lavoro, costretti a sopportare spesso risorse inefficienti, tendono a diventare brutalmente rigidi nei confronti di tutti gli altri lavoratori. Se poi i negozi restano chiusi il lunedì mattina e se in generale la vita è molto più complicata che in altri paesi, lo dobbiamo non al maschilismo dominante, ma al fatto che il nostro è un paese ingessato, allergico ad ogni forma di liberalizzazione, capace di mostrare le unghie solo quando le rendite di posizioni vengono minacciate (vedere il caso dei tassisti e la pantomima degli studi di settore).

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7/12/2007

Questo sarebbe uno dei personaggi più influenti al mondo...

Se si va sul suo sito, dove campeggiano una serie di scatti (scaricabili gratuitamente) che lo ritraggono biondo e piacione come una rockstar, si direbbe di no. Bjorn Lomborg, autore del controverso L'ambientalista Scettico (corposa pubblicazione che tenta di dimostrare che il catastrofismo degli ecologisti sullo stato di salute del pianeta è pura isteria), coccolato dai salotti di orientamento conservatore, è attualmente direttore del Copenhagen Consensus, un think tank di economisti che si riuniscono allo scopo di stabilire le priorità per la salvaguardia del pianeta (lotta alle malattie, contrasto alla corruzione, riscaldamento globale, acqua pulita eccetera). In un primo momento, in odio ad Al Gore ed alla sua crassa incoerenza, Lomborg, uno dei pochi a sostenere che lo spostamento dell'attenzione del pubblico dalle malattie trasmissibili (AIDS e malaria) al riscaldamento globale può essere molto pericoloso. Inoltre il suo approccio, basato sulla comparazione del profilo costi-benefici di macro-progetti alternativi, se solo fosse applicato seriamente, sarebbe un'utile arma per combattere dogmatismi di un sgeno o di un altro.
In realtà, leggendo qua e là su internet, il meno che si possa dire è che Bjorn è un personaggio la cui storia personale e professionale sono talmente censurabili da privare di ogni credibilità le sue conclusioni e le sue iniziative.
1. il suo curriculum vitae appare piuttosto scarno: laurea in Scienze Politiche, PhD in teoria dei giochi, una sola pubblicazione accademica, e comunque nessuna qualifica in scienze ambientali; 2. ha mentito quando si è proclamato attivista di Greenpeace (messo alle strette, ha dichiarato che in effetti ha solo contribuito del denaro alla ONG); 3. il suo libro, che non ho letto, sembra sia infarcito di errori e viene definito da un numero rilevante di scienziati dalle ottime credenziali inconsistente, arrogante e fondamentalmente disonesto.
4. Un biologo danese, Kåre Fog, si è spinto a dedicare un sito internet al disvelamento degli errori presenti nel libro di Lombor, arrivando a contarne (tra grandi e piccoli, involontari o mistificanti) ben 319;
5. Nel 2003, a seguito delle denunce di 4 professori universitari, il Comitato Danese per la Disonestà Scientifica ha deliberato che nella redazione del suo lavoro, l'autore de L'Ecologista Scettico è stato oggettivamente disonesto (cioè disonesto nei confronti di un lettore esterno). Di poco beneficio è aggiungere che "in considerazione del gran numero e della varietà degli argomenti scientifici trattati da Lombor, è stato impossibile provare che l'imputato abbia fuorviato i suoi lettri deliberatamente o a causa di grossolane negligenze". 6. Nel sito di Fog vengono esaminate in modo minuzioso molte questioni di merito e di metodo che rendono il lavoro del Copenhagen Consensus del tutto inaffidabile Insomma, non credo che possiamo perdere tempo con questa persona...

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7/11/2007

Terminator B16 colpisce ancora

Se vi sentite troppo al passo con i tempi, se le conquiste civili, sociali e scientifiche strappate con sangue e sudore nel XX e nel XXI secolo proprio non fanno per voi e vagheggiate il periodo d'oro in cui umanità si dibatteva nella coscienza del peccato, con una mano sulla zappa e gli occhi ben fissi a quello che succede dentro le mutande, Ratzi è l'uomo che fa per voi.
Leggendo le molte notizie che lo riguardano spesso mi chiedo se esacerbare gli animi e creare assurde controversie sia una scelta deliberata o semplicemente la conseguenza del suo tatto teutonico che rassomiglia da vicino a quello del proverbiale elefante in una cristalleria. Contro i musulmani A settembre dell'anno scorso B16 ha deciso di andare in Turchia, un Paese in cui il 99.8% della popolazione è costituito da musulmani e il resto da cristiani appartenenti a tradizioni non cattoliche. Pur provando un identico disprezzo per le folle islamiche invasate che hanno protestato contro la sua visita anche in modo violento, non esiterei a definire l'insistenza del tedesco una vera e propria provocazione. Pochi giorni prima della partenza, il 12 settembre, il papa, durante una sua lezione a Ratisbona, ha creduto opportuno rispolverare un attualissimo scritto di Manuele il Paleologo (1350 - 1425) nel quale, sia pure in un contesto più complesso di quanto sia possibile riferire in questa sede, si parla dell'Islam nei seguenti termini: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava." Non contento, una volta in terra turca si dice abbia dichiarato "Amo la Turchia", una frase solo apparentemente innocente, dato che è la medesima con cui si espresse Angelo Giuseppe Roncalli (papa Giovanni XXIII), che da Nunzio Apostolico in quel Paese (1935) ebbe a definirlo una "terra da riconquistare alla cristianità". Contro gli ebrei Il 7 luglio leggo il giornale e trovo stampate le due parole "Ratzinger" e "liberalizza" vicine, e ho un tuffo al cuore: avrà liberalizzato il contraccettivo? Avrà liberalizzato il matrimonio per i preti? Nossignore, liberalizzare sì, ma si tratta della messa in latino. In pratica, dal prossimo 14 settembre non sarà più illegale (per la chiesa) celebrare la messa in latino secondo il rito pre-conciliare, cioè in latino. Sarei tentato di liquidare la faccenda con un commento del tipo "parole morte da uomini morti in una lingua morta", ma qualcosa attrae la mia attenzione, e mi costringe a proseguire la lettura: la versione della messa tridentina (XVI secolo) che Ratzi intende ripristinare è la quella riformata nel 1962 da Giovanni XXIII, nella quale la "preghiera per la conversione dei perfidi ebrei", è divenuta la "preghiera per la conversione degli ebrei". Benché gli esperti di cose religiose ribattano che la dizione "perfidi" sia la resa volgare della parola latina diversa da quella assonante in Italiano (ma che pur sempre significa "seguace di una fede falsa") il fatto è che per secoli quella parola infame è rimasta nel messale in quella comoda forma ingiuriosa. Il messale ripristinato contiene comunque l'invocazione affinché "quel popolo" venga liberato dall' "accecamento" e sia "sottratto alle sue tenebre". Ce ne è abbastanza per scatenare i timori del clero cattolico inglese, che giustamente teme possibili rigurgiti antisemiti ed anti-islamici tra i cattolici. Contro i protestanti Ma non pensino i protestanti di dormire sonni tranquilli, perché B16 vuole romperli proprio a tutti, nessuno escluso. Questo sembra lo scopo di: "Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti della dottrina sulla chiesa", documento a firma del cardinale William Levada. Ammesso che uno abbia la pazienza di leggerlo tutto e di sforzarsi di capire il pensiero politico sottostante le intricate questioni filosofico-dottrinarie che vi sono esposte, in sintesi il documento dichiara che l'unica vera salvezza si ottiene passando per la chiesa cattolica. Le chiese protestanti sono il vero obiettivo polemico di Levada: esse, infatti essendo prive del "sacerdozio ministeriale, non hanno conservato la genuina e integra sostanza del Mistero eucaristico," e quindi "non possono, secondo la dottrina cattolica, essere chiamate "Chiese" in senso proprio"; insomma, dato che i protestanti rifiutano il concetto che la "salvezza" sia monopolio esclusivo di una organizzazione politica (peraltro corrotta e screditata come tutte le altre) le loro chiese non sono degne di questo nome, al massimo possiamo chiamarle Comunità Ecclesiali. Il Pastore Thomas Wipf, presidente delle Comunità delle Chiese Protestanti europee, contrappone all'arroganza papesca parole pacate e piene di buon senso: "Tutto ciò che è esteriore è fallibile, incluse la chiesa protestante e quella cattolica”. Riferendosi specificamente al merito del documento, Wipf commenta così: “Un documento del genere manda segnali sbagliati. Le sfide di questo mondo chiedono a gran voce che le chiese lavorino insieme. La comunione non è un obiettivo ideale, ma il nostro compito. Le vedute dottrinali sono molto importanti, ma non devono spaccare la chiesa”.

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7/10/2007

Fantaitalia: licenziato per uso improprio del telefonino aziendale

La "Suprema" Corte di Cassazione - che io immagino essere un posto grande e polveroso dove siedono degli uomini vecchissimi e serissimi con le loro toghe impataccate e lise, convinti che uno stupro sia impossibile se la vittima indossa i jeans, o che le sue conseguenze sulla psiche della donna siano trascurabili se lei non è vergine - non perde occasione per sfidare il buon senso e assassinare quel poco di rispetto per le istituzioni che ancora alberga in alcuni indignatissimi Italiani: in un paese in cui alcuni addetti aeroportuali di Malpensa, sorpresi dalle telecamere interne a rubare i bagagli dei passeggeri, non hanno perso il posto, è però un fatto gravissimo, tale da giustificare la risoluzione unilaterale del rapporto lavorativo, il fatto che un dipendente (di una società telefonica!) abbia mandato qualche SMS o abbia fatto qualche telefonata privata dal telefonino aziendale. Particolarmente esilaranti nello stile (pomposo) e nel merito le ragioni alla base di tanto rigore: le telefonate rubate costituirebbero "un grave inadempimento contrario alle norme del comune vivere civile" (mentre invece spiare tutti gli italiani, "suicidare" i dirigenti, fregare gli azionisti configurano una condotta perfettamente conforme alle regole del vivere civile); senza contare che il licenziamento dell'operaio è stato validato dai "supremi" a causa degli "indebiti vantaggi conseguiti dal dipendente in danno della datrice di lavoro"; posso anche essere d'accordo sugli indebiti vantaggi, ma non sono poi così sicuro che l'utilizzo improprio di un cellulare aziendale intestato alla stessa società telefonica sia davvero in danno alla Telecom: io credo piuttosto che, poiché in questo caso il fornitore e il fruitore del servizio rappresentano lo stesso soggetto giuridico, non esista alcun costo per la società (se non quello figurativo) e quindi nessun danno. Ma è solo l'opinione di uno che passa per strada. Di pessimo umore.

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Alan Turing: un eroe del nostro tempo

E' del tutto legittimo manifestare a gran voce tutto il nostro orrore per le persecuzioni di cui sono oggetto ancora oggi gli omosessuali, specialmente nei paesi islamici: quando leggiamo di uomini castrati, torturati, umiliati, devastati nel corpo e nella psiche a causa di quello che comanda il cuore e/o per il tipo di divertimento privato che hanno liberamente scelto senza procurare danno ad alcuno, siamo tentati di pensare che in Europa le cose siano del tutto diverse. Ma non è proprio così.
Questo post è dedicato alla memoria di Alan Turing, matematico e filosofo britannico morto (probabilmente) suicida l'8 giugno del 1954. Come ricorda Richard Dawking nel suo splendido libro "The God Delusion", Turing, oltre ad aver gettato le basi teoriche per la costruzione del primo computer della storia, ad aver ideato l'omonimo teorema, gettate le basi logiche del concetto di intelligenza artificiale, applicato metodi matematici alla biologia, era riuscito a violare l'algoritmo del codice Enigma con il quale i Nazisti trasmettevano informazioni strategiche durante la guerra, riuscendo così a salvare molte migliaia di Inglesi dalle bombe tedesche. Se alla fine della guerra il suo Paese gli attribuì l'onoreficenza di Officer of British Empire (OBE), gran parte dei suoi meriti non vennero riconosciuti a causa della segretezza in cui erano avvolti. L'Impero inglese, però, non riuscì a "perdonare" a Turing la sua omosessualità - fu infatti a causa della sua relazione con un diciannovenne che il matematico venne incriminato per atti osceni sulla base di una legge del 1885. Turing, con una mossa tanto orgogliosa quanto audace (che ricorda quella a suo tempo inscenata da Oscar Wilde) non solo non negò la relazione con il ragazzo, ma rifiutò apertamente di dichiararsi colpevole di qualcosa che non considerava un delitto. La giustizia britannica (1952!) in alternativa al carcere, lo costrinse ad una massiccia somministrazione di ormoni che lo resero completamente impotente oltre a fargli crescere il seno (di fatto castrazione chimica). Turing, che nella vita non aveva lesinato atteggiamenti anticonformisti e stravaganti decise di togliersi la vita in modo spettacolare, mangiando una mela avvelenata con il cianuro (come Biancaneve di Disney, di cui era solito fischiettare il tema della strega cattiva molti anni prima di togliersi la vita). Non manca chi ha sostenuto che la sua morte sia stata accidentale (uno spuntino fatto dopo aver maneggiato una sostanza tossica) o chi ritiene che sia stato assassinato dalla Sicurezza a causa delle sue preferenze sessuali, che lo rendevano ricattabile e quindi pericoloso per il Regno. Ancora non è chiaro se il logo della Apple (appunto, una mela morsicata) sia un tributo al grande genio o meno.

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Padroni o possessori di dispositivi digitali?

Il mio telefonino mi infastidisce: nel silenzio fitto della notte, rotto solo dal ticchettare della tastiera del computer, lo sento lamentarsi emettendo un bip particolarmente fastidioso. Il bip serve a farmi sapere che in quell'angolo della casa, anche se le altre funzioni sono operative, il cellulare non può ricevere messaggi di testo push (notizie, borsa eccetera). Cose che io non uso, ed il cui mancato funzionamento non mi crea alcun problema, a parte il fastidio del gemito elettronico. Questo è solo un piccolo esempio di quello che l'elettronica commerciale, messa nelle mani di una manciata di monopolisti, ci riserva per il futuro: pagando bei soldi crediamo di diventare padroni di dispositivi prodotti anche con lo sfruttamento in paesi lontani, questo si sa; inoltre, sempre più spesso noi siamo solo i possessori dei vari apparecchi che ci hanno venduto, perché ormai è pratica comune che i software, tanto quelli tradizionali che quelli encoded nell'hardware, siano codificati non per rispondere ai bisogni (qui ci sarebbe da aprire una grande parentesi) di chi li possiede, ma alle esigenze di profitto di chi li ha costruiti e commercializzati.

Se l'acronimo D.RM. (“Digital Rights Management”) non vi dice niente, è perché Microsoft, Apple e Sony finora hanno fatto di tutto per tenervene all'oscuro. Con questa sigla si indica una serie di tecnologie finalizzate al controllo delle copie di materiale coperto da copyright. A fine ottobre 2005 si è scoperto che la Sony aveva installato in alcuni CD musicali un virus ("rootkit") capace di nascondersi da Windows, e di comunicare informazioni sui comportamenti di consumo direttamente alla corporation. Il caso citato, pur clamoroso, è solo un esempio di quello che le grandi corporation globali sono disposte a fare pur di proteggere i propri profitti a costo di fare scempio delle elementari regole del diritto, della correttezza commerciale e del buon senso. Non basta: D.R.M. (che noi preferiamo rendere con “Digital Restrictions Management”) può perfino rappresentare una minaccia per la democrazia. Gli attivisti delle libertà digitali sottolineano che il fatto che i dispositivi elettronici di uso quotidiano (computer, telefonini, palmari eccetera) si comportino in maniera conforme a quanto stabilito da un terzo, anche a dispetto delle nostre istruzioni, è inaccettabile, e lamentano lo scarso interesse dei media per una questione così scottante. Per usare le parole di Georg Greve della F.S.F.E. (Free Software Foundation Europe), “benché DRM cambierà molte regole essenziali della società, non esiste dibattito politico sul merito di questi cambiamenti, e sul fatto che essi siano o meno desiderabili per la società stessa. Ciò accade in parte perché la maggioranza delle persone crede che questo fenomeno non la riguardi, ed in parte perché quelle persone forse non hanno mai sentito parlare di DRM, ovvero hanno ricevuto informazioni in merito dalle stesse società che traggono profitto dall'utilizzo di questa tecnologia.

Le tecnologie DRM dovrebbero essere considerato illegale perché grazie al loro impiego:

1- saranno sempre più le multinazionali a decidere che cosa fare con il nostro computer, quando, quante volte e a quali condizioni;

2- l'interesse dell'utente è secondario rispetto a quello del produttore;

3- tu diventi il nemico numero uno per il tuo computer, che si comporterà di conseguenza;

3- la sicurezza del tuo sistema è a rischio: DRM crea delle aree “proibite” nel sistema, con conseguenze imprevedibili sulla sicurezza (sono stati registrati casi di virus basati sul rootkit di Sony, tanto per fare un esempio)

4- il diritto di proprietà sui consumi culturali legalmente acquistati diventa relativo: infatti, la fruizione in tanto è possibile in quanto il produttore decide di manutenere il sistema. Se viene meno la manutenzione, cessa la fruizione, il tuo album, il tuo video, il tuo ebook… evapora

5- la democrazia è a rischio: infatti, i governi non sono immuni dagli effetti della DRM. Se infatti useranno sistemi operativi ed applicativi DRM, non saranno padroni dei dati e delle informazioni che riguardano il loro stesso paese; nello scenario più drammatico, il fallimento del provider di DRM potrebbe impedire definitivamente il loro accesso a tali dati ed informazioni.

Per le ragioni sopra esposte la Fondazione Europea per il Software Libero (F.S.F.E.) pretende:

1. Etichettatura obbligatoria degli apparecchi con DRM installato

2. Depenalizzazione della “circumvention” dell'applicativo DRM se finalizzata a scopi legali (in questo caso, la fruizione di un diritto): in Francia con la legge “Loi sur le droit d'auteur et les droits voisins dans la société de l'information”, chi commette una “circumvention” di DRM è penalmente sanzionabile

3. Fuori i DRM dall'arena politica

4. Servizi Pubblici per il pubblico: tutti i servizi pubblici devono essere disponibili per tutti i cittadini, anche quelli che usano software libero.

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7/08/2007

E' così importante che cosa hai tra le gambe?

Alex, ossuta, scontrosa, sfuggente, è un ermafrodito: in altre parole, il suo corpo, apparentemente quello di una ragazza, presenta tanto gli attributi sessuali femminili che quelli maschili; per sfuggire alle tendenze violente, morbose e prevaricatrici della gente di città, i suoi genitori si sono trasferiti da Buenos Aires in una sperduta spiaggia dell'Uruguay. La visita non proprio casuale di due vecchi amici argentini, regalerà ad Alex il turbamento dolce dell'amore sentimentale consentendole al tempo stesso di riconoscere la silenziosa forza dell'amore paterno, nascosta dal suo atteggiamento evasivo.
Film estremo, per tema e per tecnica (ambientazione, fotografia, dialoghi), di notevole rigore formale, si caratterizza per l'eleganza con cui riesce a parlare allo stesso tempo in modo oggettivo e simbolico (si veda la scelta di aver fatto di Kraken, il padre di Alex, un biologo marino, dedito allo studio di specie rare, come rara è la malattia di sua figlia, oppure quella di incarnare l'ottuso conformismo della città nelle figure del chirurgo e della moglie, personaggi vuoti, superficiali e crudeli). La dinamica della pellicola è basata sull'accumulazione di una tensione che esplode nei tre momenti forti (iniziazione, violenza, commiato), mentre particolarmente riusciti sono i personaggi di Kraken e di Alvaro. Entrambi sono uomini schivi e sensibili, entrambi amano senza condizioni, entrambi sono interessati alla persona Alex molto più che a quello che ha in mezzo alle gambe. Di fronte alla possibilità di un'operazione di "normalizzazione" (attenzione al sostantivo) della morfologia genitale del figlio (di fatto una castrazione) il padre rimette una volta di più la decisione finale nelle mani di Alex - "era perfetta" dirà Kraken di Alex, ricordando il momento della sua nascita.

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Poi dite che i romani non sono puliti...

L'immagine che vedete a fianco è stata presa la scorsa domenica a via Nomentana. Cerco di ricostruire le idee del simpatico concittadino che ha scaricato davanti ai cassonetti la lavatrice di cui si voleva disfare 1. "trasformare una strada in una discarica è del tutto normale". 2. "è un comportamento incivile, ma che me frega, tanto non abito qui". 3. "se ne occuperanno quelli dell'AMA". 4. "forse la lavatriceè biodegradabile". Quale che sia il pensiero (o la mancanza di pensiero) alla base di una simile condotta, credo che sia un ennesimo esempio del virus romano: arroganza, coscienza dell'impunità, assenza di senso civico, menefreghismo, rifiuto di ogni responsabilità, ignoranza.

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7/05/2007

Estrema-mente imbecilli

Odio gli estremisti, i violenti e mi innervosiscono molto gli apologeti dei criminali - per questo riporto due notizie di cronaca recenti che confermano che la madre degli imbecilli è sempre incinta.
Giovedì 28 giugno un appuntamento della rassegna musicale "Roma incontra il mondo", che si tiene ogni estate a Villa Ada, è stato funestato dall'incursione di una ventina di neofascisti, decisi a dar sfogo ai propri istinti bestiali picchiando, accoltellando e sprangando semplici spettatori colpevoli unicamente di una (presunta) militanza sinistrorsa. Paura, danni, due feriti. Ho letto quello che ho potuto trovare sull'argomento su internet, rabbrividendo, dato che, pur non essendo un simpatizzante dei centri sociali trinariciuti (au contraire), sono stato spesso con Leni a Roma Incontra il Mondo, e una volta lei era perfino incinta di sette mesi... Qual è il meccanismo che ha fatto click nel cervellino di questi dementi? Il titolo della serata, ufficialmente dedicata all'antifascismo? O forse il fatto che l'"oltraggio" si perpetrasse in un territorio percepito come "loro" - Villa Ada si trova in un quartiere di destra? Parrebbe di capire che il sentore di una qualche forma di violenza politica aleggiasse sull'evento ben prima del 28... Spostare la manifestazione sarebbe stato come darla vinta agli intolleranti, e credo che non sarebbe stato giusto farlo, ma, se davvero ci si aspettava qualcosa di simile, come mai per fare intervenire le forze dell'ordine è dovuto prima scoppiare il putiferio? A quanto si apprende da internet (sia pur con varianza esagerata nei dati riportati dalle diverse "versioni") il sito del concerto è stato "sequestrato" dai minus habentes per ben venti minuti, nel corso dei quali è successo un po' di tutto (compreso il lancio di alcuni petardi o bombe carta...) - insomma è giusto per un cittadino essere sgomento e anche arrabbiato, specie perché non si arriva a capire il perché la mente umana debba essere così insondabile ("stasera accoltello un comunista così vado a letto contento"). Un po' meno accettabile è che si sgomenti, si arrabbi e diffonda infuocati comunicati a buoi fuggiti chi ha organizzato la manifestazione e che semplicemente avrebbe potuto organizzare una protezione più seria del pubblico. Il 23 giugno, davanti alla stazione di Padova circa duecento persone hanno dato vita ad una manifestazione (non autorizzata) di solidarietà con le 15 persone arrestate lo scorso febbraio per sospetta appartenenza alle cosiddette Nuove Brigate Rosse (di cui ben sette erano delegati CGIL). Non capisco come si possano trovare ben 200 persone pronte a dimostrarsi solidali verso dei brigatisti. E' vero che le opinioni non costituiscono un crimine, e che in fondo questi ragazzi malaccorti non hanno commesso alcuna violenza, al massimo un illecito (che comunque non sarebbe stato concesso ad un altro cittadino che avesse voluto occupare il suolo pubblico per parlare della menta piperita). La mia protesta è antropologica: è ancora membro della società aperta chi considera la lotta armata un'opzione accettabile? Siamo pronti a sacrificarci per la loro libertà di inneggiare a dei potenziali assassini? Senza dimenticare che i neo brigatisti arrestati sono stati trovati in possesso di vere armi - non di appunti per un discorso, e che quindi l'omicidio era solo ad un passo.

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Il manager e la zingara

Calisto Tanzi, capobanda della Parmalat, responsabile (assieme ad un manipolo di dirigenti finanziari e banchieri in gessato) di un disastro finanziario di 14 miliardi di euro che ha rovinato migliaia di famiglie, dopo un po' di galera, è pronto a ripartire lanciandosi nel mercato dei succhi di frutta.
Qualche giorno fa, a Roma, N.H. una nomade di 21 anni, detenuta nel carcere di Rebibbia dal 6 giugno per furto aggravato, ha partorito in carcere a causa di un incredibile intoppo burocratico che le ha impedito di usufruire dei benefici previsti dalla legge Finocchiaro per il suo caso; il suo bambino, purtroppo nato con una malformazione congenita, è stato ricoverato al Bambin Gesù, e viene nutrito tramite il latte materno, che ogni giorno viene prelevato dalla donna e spedito all'ospedale dove si trova il piccolo (!). Morale: se rubare non ti crea problemi morali, assicurati di avere una bella faccia rassicurante da borghese, lavati, mettiti in abito scuro e dacci dentro: potrai raggranellare mezzo miliardo di euro per i cazzi tuoi oltre a pagarti gli avvocati che ti tireranno fuori se succede un "incidente". Se anche rubi molte migliaia di volte di meno, ma sei una nomade e non ti piace (o forse non puoi) lavarti, e vivi di espedienti in mezzo ad una strada, la giustizia sarà implacabile.

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Una donna che non si nasconde dietro un dito

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7/04/2007

Anche io sono Hina Saleem

L'11 agosto dell'anno scorso il volto dolce e sorridente che vedete nell'immagine a fianco è solo una fotografia: i parenti più stretti di questa bella pachistana immigrata in Italia (il padre, il genero del padre e due zii) l'hanno sgozzarla per punirla della sua insubordinazione (aveva rifiutato di assecondare i piani dei genitori e si comportava in modo incompatibile con i dettami del Corano - forse perché si intestardiva ad amare chi voleva lei, forse perché qualcuna delle magliette che indossava lasciava intravedere la pancia). Va detto comunque che questi uomini così pii che l'hanno scannata (con la connivenza più o meno esplicita della di lei madre) l'hanno però seppellita con il capo rivolto verso la Mecca. C'è voluto un anno, ma finalmente inizia il processo contro questa banda di degenerati. Alcuni aspetti di questa vicenda e di tutto ciò che ci gira attorno anche in termini di libertà, diritti civili, laicità, diritti delle donne, integrazione dei musulmani nelle società occidentali, giustizia giusta, mi lasciano perplesso:
1) ai quattro assassini la giustizia italiana ha concesso il rito abbreviato, che consente la riduzione della pena. Anche se, pure con lo sconto, i quattro balordi comunque rischiano 30 anni di carcere, non capisco perché mai si debbano concedere benefici a chi si è macchiato di un delitto orrendo, caratterizzato dalla doppia aggravante di essere causato da motivazioni religiose e di essere diretto verso un membro della propria famiglia. Altro che rito abbreviato! 2) il giudice ha rigettato la richiesta dell'ACMID (un'associazione di donne marocchine) di costituirsi parte civile. Al di là delle mille giustificazioni che i vari azzeccagarbugli potrebbero trovare per giustificare la scelta del giudice (una donna) io credo che accogliere questa istanza sarebbe stato un modo per far passare l'idea che quello che è accaduto a Hina è una cosa che riguarda tutti noi. Tutti noi siamo responsabili per non aver vigilato, per non aver fermato quella mano molto tempo prima che calasse il suo fendente 3) a Brescia non si sono viste persone di sinistra (come se i diritti delle donne, in primis quello all'integrità fisica non fossero un tema di sinistra) - ed è così che si è data alla nota sociologa Santanché l'occasione di monopolizzare la passerella, obbligando recalcitranti giornalisti a scrivere qualcosa di lei (di diverso dall'altezza dei suoi tacchi a spillo o del colore del rimmel che usa, intendo). Siamo al paradosso, un solo politico presente, e per giunta di un partito non proprio di origini liberali. Non stupisce invece il silenzio dei soliti mediocri rivestiti di fama per merito di tessera politica (per intenderci i vari Dario Fo e Antonio Tabucchi) sempre pronti a firmare qualsiasi appello intelligente (si dice che il nostro premio Nobel si sia speso per la liberazione dei nuovi BR).

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Il cittadino dichiara indipendenza..

A Roma siamo abituati a vedere di tutto, per cui diventa quasi impossibile stupirsi. Ma guardate a che livello di raffinatezza si è spinto l'ignoto concittadino di cui immortaliamo le gesta nella foto a fianco: intendendo forse "riservare" un parcheggio in area blu (a pagamento) dove gli fa più comodo, ha deciso di "occuparlo" con una serie di sezioni di tronco d'albero (a quanto ne so, l'abuso è iniziato venerdì 29 giugno e fino a ieri sera, quando è stata presa l'immagine, ancora nessuno è intervenuto a sanzionarlo). Accade a via Brescia, davanti al civico 48, l'ennesima declinazione di un modo di gestire la legalità nel nostro paese e nella sua maleodorante capitale: le violazioni più offensive vengono tollerate, mentre un rigore maniacale viene adottato per perseguire le piccole infrazioni in cui può incappare anche il cittadino più onesto e rispettoso della legge e delle regole.

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7/01/2007

Impagabile ATAC

La sera del mio compleanno Leni mi ha portato a cena fuori in un posto carino. Presi da un raptus"adesso - facciamo - i - cittadini - modello" e per risparmiarci l'incubo della ricerca del parcheggio, decidiamo improvvidamente di andare con l'autobus (in questo caso, si tratta del mitico 62, paradiso del borseggiatore). Decido di comprare i biglietti all'emettitrice automatica che si trova presso la fermata; imposto la richiesta (2 biglietti) e pago i due euro. La macchina infernale non dà segni di vita, continua a mostrare ottusamente sul display la mia richiesta: "2 BIT". Cerco almeno di recuperare i due euro, ma non c'è modo. L'impulso è quello tipico in queste situazioni, vandalizzare quell'oggetto brutto, inutile e per giunta disonesto (un po' come l'ATAC che dovrebbe gestirlo). Mentre sto lì a trafficare con il rottame, passa il 62, spalanca le sue porte ad un passo da me, ma io, tetragono nella mia onestà e forse anche più nel rabbioso impulso di farmi restituire il maltolto, me lo vedo ripartire sotto il naso... Dato che ormai un po' del buon umore della serata si è disperso, mi diverto a comporre il numero verde che campeggia sotto la scritta "In caso di malfunzionamento contattare il numero 800 431 784"; anche se non è proprio una sorpresa, la risposta è: "Spiacente, il numero da lei chiamato non è attivo". Non è proprio esatto, dato che, chiamando da un telefono fisso, risponde una voce guida registrata specificando che il servizio clienti ATAC è operativo dalle 8 alle 20 dei soli giorni feriali. Il menù, per la verità, consente di accedere ad un sottomenù per le segnalazioni di malfunzionamento delle emettitrici. Ho provato pochi minuti fa e, indovinate un po': un simpatico messaggio registrato avvisa che non è possibile "al momento" registrare messaggi in segreteria. Per riassumere, la macchinetta mangia i soldi (e io credo che possano essere non pochissimi, dato che qualche decina di turisti al giorno potrebbe cascare nella trappolo), non c'è modo di recuperarli, l'ATAC, incapace di gestire alcunché, non ce la fa, non dico a riparare l'apparecchio, ma nemmeno a disabilitarlo segnalandone in anticipo il malfunzionamento con un semplice cartello (ci ha pensato un'altra vittima, che ha scarabocchiato "guasta" alla meno peggio con una biro), il cosiddetto servizio di segnalazione guasti apparentemente dà un qualche segno di vita solo quando si chiama da un telefono fisso (e diciamo che non è questo il caso più frequente quando si tratta di gente che viaggia in autobus). Insomma, un bell'esempio di gestione pubblica romana.

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