flusso della coscienza (privo di freni inibitori)

9/29/2007

Così finisce la proprietà privata

Grazie al mirabile attivismo della Cassazione, non corriamo certo il pericolo di annoiarci leggendo le notizie, né di provare un minimo di rispetto per la giustizia italiana. I "supremi giudici" hanno sostenuto che l'occupazione di una casa da parte di una persona indigente non costituisce reato. Anche se siamo ormai assuefatti, lo scriviamo, chiaro e tondo: questa sentenza, al pari di molti altri parti della mente degli "ermellini", è folle, iniqua e pericolosissima.
Folle perché costituisce una violazione del principio di proprietà privata, alla base del nostro modello di società: mi spiace, ma purtroppo ha ragione la destra quando sostiene che questi pronunciamenti sono la premessa di una rivoluzione comunista (ma non c'è da preoccuparsi: gli Italiani non sono gente seria). So già che c'è qualche anima candida pronta a replicare che il caso da cui è scaturita la sentenza riguarda una casa popolare. Vero, ma mettiamoci nei panni di una persona che, avendo diritto all'alloggio del comune ed avendone fatto regolare richiesta, ed avendo magari atteso anni prima di vedersela assegnata, si accorga che la signora che ha montato su tutto questo casino non solo ha fatto prima di lui, occupando la casa che gli spetta, ma che addirittura il comportamento illegale e prevaricatore della squatter ha l'avallo della più importante corte italiana, pronta a chiudere tutti e due gli occhi sulla vicenda: se voi foste quella persona, la repubblica italiana non vi farebbe vomitare? Pericolosissima: una simile decisione, presa in una sede almeno formalmente così importante e prestigiosa, non costituisce un formidabile incentivo per tutti gli i figli di papà dei centri sociali, che a questo punto avranno ancora meno remore di prima ad okkupare ogni struttura che possa interessar loro, ben sapendo che, è chiaro ormai, il rigore della legge ormai si concentra solo sui cittadini per bene?

Labels: ,

9/27/2007

E che cosa fa chi amministra il II Municipio: le pedane

Fedeli alla linea politica secondo cui il quartiere non appartiene a chi vi abita, ma ai commercianti che ci fanno i soldi, ad agosto la solerte amministrazione del II Municipio, quella, per intenderci, che ha chiuso un'area gioco destinata ai bimbi per dei mesi e che ha permesso che di notte intere strade restassero al buio per motivi imprecisati, ha autorizzato diversi ristoratori ad occupare lunghi segmenti di strada per piazzare le pedane sulle quali collcano i loro tavolini (via Alessandria e a via Bergamo). La presenza di queste mangerie (in genere caratterizzate da bassa qualità del cibo, prezzi elevati ed altissimo tasso di evasione fiscale - provare per credere!) già crea numerosi problemi di parcheggio ai residenti, dato che gli ospiti del quartiere di solito non si servono del garage di via Mantova. Ci mancava giusto un bel taglio ai parcheggi, a tutto beneficio dei veri padroni del quartiere: i pizzaioli. Dice il Municipio che si in tal modo sanata una situazione di illegalità, dato che i ristoratori, abituati a fare sempre come meglio credono, prima occupavano direttamente il marciapiede con i loro maledetti tavolini... In un quartiere abbandonato a sé stesso, dove è facilissimo riscontrare lampanti episodi di commercio abusivo, si è ritenuto opportuno intervenire massicciamente per trasformare il tavolino selvaggio in tavolino mangia-parcheggio, a solo beneficio delle casse del Municipio. Alle prossime elezioni con la scheda mi soffio il naso.

Labels:

Cosa fanno i cittadini del II Municipio

Ecco il resoconto fotografico del mio fine settimana nel quartiere. Sembra incredibile, ma tutti e quattro questi abusi sono stati immortalati tra sabato e domenica scorse, e tutti sono stati registrati nel Municipio II.
1. dopo aver trovato due lavatrici per strada, oggi è la volta di uno scaldabagno (succede nell'ultimo troncone di Via Alessandria che precede l'incrocio con via Novara)
2. il motorino, la moto e il palo: una perfetta combinazione per impedire il passaggio. A piedi si transita a fatica, ovviamente facendo anche lo slalom tra cacca e pipì (vedi foto): con un passeggino o una carrozzella, è impossibile - è necessario scendere dal marciapiedi e camminare in strada per proseguire (succede a Via Zara)
3. un'intera specchiera, pericolosa in quanto rotta in vari punti, viene abbandonata presso un cassonetto (succede a via Nomentana, davanti all'imboccatura dei sottopassaggi, lo stesso glorioso punto dove abbiamo identificato la nostra prima lavatrice stradale)
4. il sabato sera il quartiere su riempie di coglioni a bordo di SUV che lo invadono per andare a magnà. In pochi minuti di tragitto, ne ho contati sei-sette (2 BMW X-3, 1 BMW X 5, 1 Nissan Qashqai, 1 Touareg, 1 Mazda CX-7 - mai vista prima, e la mia preferita, quella che mi trasforma in Henry-pioggia-di-sangue, 1 Porsche Cayenne). Spesso parcheggiano così - da notare anche la Opel Corsa subito dietro, che ha fatto anche di meglio.

Labels:

ATAC: pochi bus, ma tecnologici

Chi ci deve viaggiare tutti i giorni lo sa benissimo: il trasporto pubblico a Roma fa pena. Gli autobus sono rari e strapieni, per acquistare un biglietto ci vuole la mano di Dio, i nuovi modelli di bus sono il massimo dell'inefficienza: il modo demenziale con cui è stato gestito lo spazio interno fa in modo che essi si saturino non appena siano salite due pulci e una formica. In compenso, però alcuni veicoli sono dotati di sistema di posizionamento satellitare e perfino di un video a beneficio dei passeggeri, sul quale scorrono avvisi pubblicitari e dati, come, ad esempio, la mappa stilizzata della strada che si sta percorrendo, con l'indicazione dei nomi delle fermate: una bella idea, credo, ma siamo sicuri che non vi siano altre priorità da gestire prima di questo?

Labels:

La faccia come il culo

Il governo Prodi non si accontenta di varare una pseudoriforma pensionistica che penalizza i giovani e i meno tutelati per mandare in pensione a 58 anni una manciata di lavoratori iperprotetti. Ci prende anche per il culo, tappezzando la città di questi assurdi manifesti, nei quali si sostiene che, dopo questo momento di grande politica, è aumentata l'equità - il claim è: "Pensioni. Ora l'Italia è un Paese più giusto". Quando la malafede diventa arte.

Labels:

Intercettazioni: D'Alema salvato da un cavillo

Un'interpretazione di comodo della legge Boato è riuscita ad evitare che le intercettazioni delle telefonate tra D'Alema e Consorte vengano acquisite dal GIP Clementina Forleo.
A suggerirlo, il professor Piero Alberto Capotosti, che ritiene iscutibile l'intepretazione data dalla Giunta, secondo cui l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni deve essere rivolta al Parlamento Europeo (D'Alema era infatti eurodeputato al tempo dei fatti contestati a Consorte). Poiché la legge Boato si riferisce ad un articolo della Costituzione, infatti, non può che alludere ad uno dei due rami del Parlamento italiano. Poiché Massimo D'Alema era, dal punto di vista delle guarentigie costituzionali, un semplice cittadino, non solo il Parlamento Europeo non c'entra niente, ma non sarebbe nemmeno necessario il passaggio presso la giunta per poter validamente usare le intercettazioni nel procedimento. Tradotto, né i giudici, gli Italiani non hanno il diritto di sapere che cosa si dicessero l'attuale Ministro degli Esteri e il bravo manager rosso, che, grazie all'indulto varato dal Parlamento, è riuscito a passarla liscia nonostante il suo notevole curriculum (aggiotaggio, manipolazione del mercato, ostacolo alle autorità di vigilanza, associazione a delinquere, appropriazione indebita, ricettazione).

Labels: ,

9/26/2007

Due belle spallate ad una legge di merda voluta dai preti

Stamattina su Viva Voce (Radio 24) ho avuto il piacere di sentire Carlo Flamigni, che mi è sembrato una bella persona, piena di sapere, saggezza, buonsenso e vis polemica. Ma l'ho pagata cara, perché mi è stata anche inflitta Assuntina Morresi, oscura docente di chimica presso l'università di Perugia, un essere la cui povertà spirituale è pari solo alla cieca idiozia del suo dogmatismo.
Nel corso della trasmissione, Flamigni si è scandalizzato per il livello imbarazzante delle argomentazioni della Morresi, tanto strampalate quanto arroganti e prive della benché minima sensibilità ed intelligenza. Ma chi è costei (che, ci crediate o no, è membro del comitato di bioetica per meriti di tessera politica e di incenso) questa donnetta genuflessa e legnosa che si permette di giudicare le vite degli altri? Con quale coraggio mette sullo stesso piano una persona segnata da una grave malattia genetica (la talassemia) ed un embrione che ha una possibilità su quattro di dare vita ad un bambino malato? Oggi la scienza ci consentirebbe di verificare se questo embrione sia a rischio e quindi evitare di giocare con la roulette del caso impiantandolo. Ma Assuntina scuote la testa: ha deciso che quell'embrione, che forse non è sano, è però certamente santo e che, dato che è stato creato, verrà messo al caldo nell'utero di una donna, costi quel che costi. Tanto l'utero è quello di un'altra. Ma se toccasse a lei la scelta di intraprendere una gravidanza installando nel suo corpo un embrione che ha il 25% delle probabilità di trasformarsi in un bambino che soffrirà tutta la sua vita e che forse non diventerà grande, lo farebbe? Secondo me, no. Ma supponiamo che la buona cristiana decida di vivere in coerenza con i suoi (esecrabili) "principi" (che io non esito a chiamare disvalori) e decida dunque farsi impiantare l'embrione a rischio (anzi gli embrioni a rischio, come prevede la legge): sarebbe una scelta personale, legittima benché folle. Ma la Morresi vuole costringere tutte le coppie d'Italia e fare la stessa cosa, e per giunta pretende anche che siano contente. In fondo, argomenta dottamente, quel capolavoro di legge non è fatta per "scegliere" i figli, ma per "farli nascere": deve essere per questo che dopo l'approvazione e il deprimente esito della consultazione referendaria centinaia di coppie vanno in Spagna o in Turchia (!) a sottoporsi alla fecondazione artificiale che in questo Paese non è più legale. Ma ci sono buone notizie: alla Morresi e ai preti che essa rappresenta così bene tapperà la bocca l'offensiva giuridica messa in atto dalle coppie, che sta attaccando, con un successo che non mi aspettavo, due punti chiave di quella porcheria di legge scritta sotto dettatura del vaticano (la 40/2004). Il giudice Maria Grazia Cabitza del tribunale di Cagliari ha obbligato i medici a procedere alla diagnosi preimpianto di un embrione creato dalle cellula uovo di una portatrice sana di talassemia. Secondo la Cabitza, la legge 40 non vieta esplicitamente questa pratica - al massimo sarebbero le sue disposizioni attuative ad essere più chiaramente contrarie a questa pratica. Inoltre vietare la diagnosi preimpianto riserverebbe alla futura mamma che concepisce naturalmente un trattamento più vantaggioso rispetto ad quello che tocca ad una donna costretta a ricorrere alla fecondazione in vitro, violando così la Costituzione. Così cade una prima pietra angolare della legge 40: la diagnosi preimpianto non è vietata! Evviva. Un'altra follia della legge 40 era l'obbligo di creare un massimo di tre embrioni alla volta e di impiantarli tutti. Questa bella idea è molto dannosa per la donna (costretta a sottoporsi a vari cicli di stimolazione ovarica in caso di insuccesso) e per il nascituro (l'impianto di tre embrioni rischia di dar luogo a gravidanze plurigemellari con rischi di aborto prematuro e di malformazioni). Ora, il regolamento attuativo (che forse è stato scritto da gente meno cretina di chi ha partorito la legge 40) prevede che non si possa obbligare la donna all'impianto forzoso dei tre embrioni: questa scelta di buonsenso ha buttato giù un altro pezzo importante della legge: molte coppie infatti oggi diffidano i ginecologi ad impiantare tutti e tre gli embrioni e la cosa più bella è che la Morresi non può farci niente. In conclusione, questa legge demenziale sta crollando sotto il suo stesso peso e quando qualche persona di buon senso la butterà definitivamente nel cesso della storia sarà già del tutto inapplicata.

Labels: , ,

Un'Angela alla mia tavola

La cancelliera della Repubblica Federale tedesca, Angela Merkel mi piace: il suo faccione , il suo atteggiamento semplice da maestra elementare chissà come finita a governare (con grande saggezza e buon senso, c'è da scommetterci) il più grande e il più produttivo Paese d'Europa ispirano simpatia a pelle. Che poi sia una persona tutta di un pezzo lo ha dimostrato quando, in visita ufficiale in Cina, ha fatto fatto le sue rimostranze ai rappresentanti della Repubblica Popolare per la vergognosa situazione dei diritti umani in quel paese, senza dimenticare di menzionare l'"incidente" informatico, accaduto pochi giorni prima del suo viaggio nel Celeste Impero (hacker del governo cinese hanno infatti violato le protezioni dei server del governo federale). Domenica scorsa Angela ha incontrato il Dalai Lama; anche se la riunione aveva carattere privato, Angela si è fatta fotografare assieme al leader politico-spirituale del Paese che dal 1959 a oggi è oggetto di un'invasione e di una scientifica pulizia etnica da parte della dittatura cinese. La decisione del Cancelliere, che ha proceduto a dispetto della contrarietà dei suoi consiglieri, non è ovviamente passata inosservata in Cina: i governanti del regime, da buoni comunisti, hanno prima cancellato un importante incontro precedentemente programmato con i tedeschi in tema di tutela della proprietà intellettuale, e addirittura convocato l'ambasciatore tedesco in Cina per chiarimenti in merito a quella che evidentemente considerano un'assurda alzata di testa. Eppure da qualche anno, Tenzin Gyatso, anche io credo in conseguenza della debolezza dimostrata dai paesi democratici occidentali davanti allo scempio perpetrato dai cinesi in Tibet, ha smesso di chiedere l'indipendenza del suo paese, dimostrando di "accontentarsi" di ottenere dai cinesi un certo livello di autonomia.
Domenica la Germania ha compiuto un atto storico, visti anche i predenti tedeschi: un altro ministro tedesco, che incontrò il leader tibetano in un paesino tedesco nel 1995 si spinse a rifiutare la sciarpa bianca che il Dalai Lama offre tradizionalmente come simbolo di amicizia e di pace. Ad imparare devono essere tutti i Paesi occidentali, dagli USA (Bush andrà "da privato cittadino" alle Olimpiadi di Pechino) all'Italia: né Berlusconi né Ciampi ritennero opportuno incontrare Tiezin Gyatso quando nel novembre del 2003 visitò il nostro paese, mentre ad accoglierlo ad ottobre del 2006 fu il Ministro delle Politiche Europee e del Commercio Internazionale Emma Bonino - lo statista D'Alema era evidentemente in tutt'altre faccende affaccendato (ma Fassino, compagno di partito di Baffino, aveva così stigmatizzato il rifiuto di Berlusconi ad incontrare Gyatso: "Mi rammarico che il presidente del Consiglio non abbia avuto la sensibilità di incontrare il Dalai Lama. (...) Il centrosinistra ha sempre ritenuto che la questione libertà sia importante e seria e che debba trovare una soluzione politica adeguata"). Angela ha dato un segnale. Risposte chiare agli abusi e alle violenze cinesi costano qualche cosa: non credo sia stato facile per la Merkel subire la retaliation della cancellazione dell'incontro che aveva ad oggetto la tutela dei marchi tedeschi dalle copie cinesi (uno degli obiettivi della sua visita ufficiale in Cina). Ma Angela Merkel è una persona seria.

Labels: ,

9/23/2007

Casini e il principio di non contraddizione

Era un po' di tempo che non si sentiva più Casini; a me per esempio è mancato molto. Per fortuna, però nel corso dell'udienza che Ratzinger ha concesso all'internazionale democratica di centro e democratico cristiana (Idc), guidata dal leader dell'Udc (ricordiamolo, divorziato e risposato con la piacente e potente fanciulla con la quale è qui immortalato) egli ha pronunciato le seguenti, immortali parole, che, ci scommetto, daranno da fare ai filosofi più che agli inutili e biliosi criticoni come chi scrive:
"La laicita' delle Istituzioni pubbliche non puo' sopprimere l'innato bisogno di religiosita' dell'essere umano: non c'e' sana laicita' senza Dio e la religione". La relazione tra istituzioni pubbliche e bisogni psicologici ed esistenziali è un vero rebus; un po' come dire, non so, la meravigliosa armonia di un culo femminile ben fatto non può arrestare il desiderio di ogni uomo di perseguire la felicità. Che cosa sarà, poi, una sana laicità? Ci può essere anche una laicità insana, perversa? E poi, "non c'è laicità (...) senza Dio (...)": quale oscuro, ma, ci scommetto, geniale pensiero si cela dietro questo criptico ossimoro? Forse vuol dire che in Italia perfino chi è laico deve genuflettersi ai preti? Oppure semplicemente che da un lato c'è la religione e dall'altra parte la laicità (tautologico). O forse che sono Dio e la religione a creare laicità? E poi, quale religione? Io credo ci sia religiosità anche senza Dio e soprattutto senza religione. Da credente in tutt'altro.

Labels: ,

Chi di legalità ferisce, di legalità - non - perisce

Le notizie delle ultime settimane confermano l'atteggiamento quantomeno disinvolto del governo di centrosinistra ha nei confronti di un tema molto sbandierato in campagna elettorale. Al punto che è davvero difficile trovare elementi di discontinuità rispetto alla ex maggioranza di centrodestra in questa materia così delicata. La sinistra che quando Berlusconi o uno dei suoi ne facevano (o ne progettavano) una particolarmente grossa, si stracciava le vesti e lanciava allarmi per presunti attentati alla democrazia, quando viene pizzicata con il proverbiale sorcio in bocca, tace, oppure biascica una serie di giustificazioni puerili ed inconsistenti. E' pertanto legittimo il sospetto che il rigore precedentemente dimostrato (e preso sul serio da un gran numero di Italiani perbene) non fosse altro che moralismo. Ma passiamo ai fatti.
Uno: un Vice Ministro rimuove un alto ufficiale della Guardia di Finanza, capo degli uomini che indagano sulla deprecabile vicenda della scalata Unipol alla BNL (aggiotaggio, turbative di mercato, insider trading, eccetera). Si apre a suo carico un procedimento giudiziario per minacce e tentato abuso d'ufficio, velocemente archiviato dalla Procura di Roma con la suggestiva spiegazione che che la condotta di Visco è illecita ma non illegale: insomma ha sbagliato, ma non ha commesso reati. La condanna politica mi pare talmente cristallina che in un paese meno derelitto e narcotizzato le sue dimissioni sarebbero state date per scontate. Due. Premesso che la vicenda Unipol - BNL puzza e che, se si vuole essere onesti, non si può dire ogni male dei "furbetti del quartierino" e pensare allo stesso tempo che Fassino, D'Alema e La Torre (più o meno indirettamente in combutta con loro) siano semplici tifosi, l'autorizzazione all'acquisizione agli atti delle intercettazioni telefoniche che coinvolgono i membri del Parlamento è finalmente scongiurata, con gran sollievo per i vertici DS. Infatti su quelle che avevano ad oggetto le conversazioni di D'Alema con quel gentiluomo di Consorte, e che promettevano di esser le più succulente data la pregressa esperienza in finanza (MPS, Telecom Italia) di Baffino, grazie ad un cavillo, il Parlamento non deve mettere bocca (lo farà, con esiti prevedibilmente negativi, il parlamento europeo). Anche qui, salvezza giudiziaria, reputazione in frantumi. Tre. Il "ministro" Mastella ha chiesto al CSM di procedere al trasferimento per motivi disciplinari dei PM di Catanzaro De Magistris e Lombardi, colpevoli (soprattutto il primo, pare) di aver messo mano ad alcune inchieste che coinvolgono tra gli altri alcuni giudici calabresi e, pare, lo stesso Mastella e perfino Prodi. Su questo tema l'unica voce che si sente è quella dei deputati radicali, che forniscono anche una valida interpretazione di ciò che si muove dietro le quinte. Insomma, un Vice Ministro - bullo impunito, un importante DS che se la cava per il rotto della cuffia, ed infine, caso unico nella storia della Repubblica, un Ministro che rimuove un magistrato che indaga su di lui: non c'è male, per gente che prometteva a gran voce legalità ad un popolo che ha fatto il solo errore di crederle.

Labels:

9/21/2007

Vergognoso silenzio sui delitti del regime siriano

Oggi narriamo la storia di un tiranno talmente spregiudicato da pretendere di strangolare non solo i suoi concittadini, ma anche quelli di un paese confinante, un luogo martoriato dal fuoco delle armi la cui unica colpa è il desiderio di autodeterminazione. Questo criminale si spinge ad installare nel paese vicino un suo fantoccio e poi minaccia di morte tutti i rappresentanti politici del paese oppresso che facciano mostra di ribellarsi (anche in modo democratico e pacifico) ai suoi piani criminali. Un delirio via via più disperato gli fa perdere ogni residua inibizione, così egli si dedica all'eliminazione fisica sistematica di deputati del parlamento del paese che vuole sottomettere: scoppiano così diverse autobomba ammazzando ogni volta, oltre ai loro obiettivi politici, anche decine di persone innocenti. Come è chiaro, parliamo di Bashar-al Assad: è lui il tiranno che tiene la Siria sotto il suo calcagno e che vuole annettersi il Libano. A differenza di altri che la sanno sempre più lunga di tutti, non ho dubbi sul coinvolgimento di Assad (o dei suoi sgherri) nell'assassinio del primo ministro libanese Hariri (febbraio 2005) benché la verità giudiziaria su questo caso internazionale probabilmente non verrà mai fuori. Così come credo che ci sia lo zampino dei servizi siriani nell'eliminazione di ben cinque altre figure politiche di rilievo del fronte libanese anti-siriano. Il 19 settembre è stata la volta di Antoine Ghanem, deputato cristiano maronita, saltato in aria assieme ad almeno altre sei persone. Ricordiamo che a giugno era stato eliminato in modo simile Walid Eido, deputato musulmano pure appartenente alla maggioranza antisiriana (come riportato da questo blog, liberale e anti-siriano, l'impareggiabile Diliberto, a pochi giorni dal delitto, è corso a stringere la mano infetta di Assad e ad auspicare collaborazione tra il suo partito e il Baaht). Il settimo assassinio politico del regime siriano in Libano viene perpetrato proprio quando il parlamento libanese si appresta a nominare un sostituto di Lahoud (il fantoccio di Damasco); qualora ciò risulti impossibile, c'è rischio che si costituiscano due governi, uno pro-Siria e uno anti-siriano, portando il tormentato paese alla guerra civile. Il disegno della Siria è chiarissimo, eliminare uno ad uno tutti gli oppositori della sua politica di annessione: eppure in Italia c'è chi, come il manifesto, si ostina ancora a sostenere che "la versione di un coinvolgimento di Damasco o addirittura dell'opposizione in questo nuovo gravissimo attentato sembra andare contro ogni logica politica".

Labels: ,

9/20/2007

TFR: crisi di fiducia

Nonostante le dichiarazioni trionfali del Ministro Damiano, sembra che la riforma del TFR messa a punto dal Governo Prodi non sia poi andata tanto bene: lo riferisce l'economista Tito Boeri, che analizza i dati di un sondaggio condotto da Eurisko su un campione di 1.000 lavoratori italiani.
Ai dipendenti di aziende con meno di 50 collaboratori la nuova legge consentiva di mantenere il TFR in azienda ovvero di trasferirlo presso un fondo pensione; gli altri lavoratori potevano scegliere tra fondo pensione e mantenimento in azienda (anche se il vero obiettivo del governo era proprio il TFR "rimasto" alle aziende di maggiori dimensioni, che per legge deve essere trasferito su un conto di tesoreria presso l'INPS, un escamotage di finanza creativa per far quadrare i conti). La diversa destinazione del TFR per le due diverse categorie di lavoratori dipendenti aiuta a capire perché solo il 10% dei lavoratori delle piccole aziende abbia girato i suo trattamento di fine rapporto ai fondi pensione mentre nelle imprese con più di 50 dipendenti abbia fatto altrettanto il 40% della forza lavoro: i primi, infatti, non avevano alternative interessanti, non potevano contare sull'ulteriore contribuzione del datore di lavoro prevista in alcuni casi per i dipendenti delle società più grandi e per motivazioni psicologiche o in seguito a pressioni esplicite o meno della proprietà hanno ritenuto dannoso privare la propria azienda di una fonte di finanziamento. Il relativo successo della previdenza integrativa nelle aziende con più di 50 persone in organico (40% di adesioni) sembrerebbe dovuto più alla sfiducia nell'INPS che alla fiducia nelle forme di previdenza privatistiche (il 42% degli intervistati dichiara di fidarsi dell'INPS, l'86% sostiene di avere fiducia nella propria azienda). Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che solo il 3% del campione osservato ha dichiarato di credere nella validità dell'investimento in fondi. Riassumendo, i lavoratori delle piccole aziende preferiscono mantenere il TFR a disposizione dei proprietari dell'impresa, mentre il 40% dei dipendenti delle altre società mette il suo futuro nelle mani di gestioni opache ed altamente inefficienti (spinti da benefici fiscali ed integrazioni) pur di non lasciarli nelle mani dell'INPS. E' insomma la disperazione che ci guida.

Labels: , ,

9/18/2007

Siringhe usate a Villa Paganini

Villa Paganini è un esempio della politica veltroniana del "potrei ma non voglio". Dopo essere stato completamente ristrutturato qualche anno fa, con una spesa sicuramente elevatissima, questo parco è diventato molto bello. Peccato che l'area giochi dei bimbi, minuscola (specie se paragonata a quella destinata ai cani) a causa del crollo di una piccola palizzata di legno che la separa dal parcheggio AMA, resti chiusa per un diversi mesi. Al ritorno dalle vacanze, ci accorgiamo che l'area bimbi, per quanto piccola, squallida e dotata di attrezzature che possono essere addirittura pericolose per i più piccoli, è stata riaperta. In un prato è stata perfino installata una (una!) altalena a due posti (wow!) e una (una!) di quelle giostrine con la molla sotto a forma di asinello; come dice mia madre, serve solo a far venire la voglia di andarci: infatti, ad ogni ora del giorno per salirci sopra c'è una fila che manco in URSS per comprare il pane. Da tempo il parco è bersagliato dalle cornacchie, che rovistano nei cestini e ne spargono in giro il contenuto. Ma quelli sono animali, e quindi non possono essere redarguiti o multati. Più difficile è capire che cosa ci voglia a sostituire i cestini aperti attualmente in dotazione con dei secchi con il coperchio, o anche quale sia l'ostacolo che impedisce una pulizia regolare della villa. Sabato pomeriggio abbiamo perfino visto una siringa usata vicino ad un cestino della spazzatura: dunque è possibile entrare di notte dentro al parco. Ma il meglio deve ancora venire: chiamo il Comune di Roma per sapere chi devo avvisare per far rimuovere immediatamente quella schifezza: mi dicono che se ne dovrebbe occupare l'AMA, dotata di un apposito numero verde di emergenza, che putroppo durante il fine settimana non è attivo! Il Vigile Urbano, cui la centralinista del Comune ha preannunciato la ragione della mia chiamata, non ritiene opportuno rispondermi: che vuoi che sia, c'è solo una siringa usata in un parco gremito di bambini! Ho contattato allora un Consigliere del Municipio che conosco e stimo, ma la mail di risposta che mi ha mandato non ha fatto che confermarmi che non c'è niente da fare per questa città.

Labels:

Civiltà romana

E' la seconda volta che mi capita di trovare lavatrice da rottamare per strada: la foto è stata scattata lo scorso sabato a via Alessandria. Forse è una nuova moda. Stavolta non è colpa del Comune che, poveretto, con dieci euro ti preleva il mammozzo da casa e te lo smaltisce (unico, piccolissimo, problema: glielo devi far trovare al piano terra - gli impiegati comunali soffrono di mal di schiena e non possono sollevare pesi). Ma con i miei concittadini, con questa razzaccia di incivili patologici; qui non si tratta di educazione e di senso civico, né di dignità (sappiamo che a Roma tutte queste cose si sono estinte mille anni fa): quella che va in scena è pura follia.

Labels:

Repubblica fondata sul lavoro

Il cartello qui riprodotto appare presso gli sportelli amministrativi dell'Ospedale San Giacomo di Roma. Si tratta del luogo dove decine di persone, in alcuni casi non proprio in grande forma fisica, attendono pazientemente il loro turno per presentarsi allo sportello e poter così prenotare o pagare la propria visita. Prima dell'estate ci sono passato diverse volte, e mi è capitato di vedere, con la sala d'attesa satura di vecchietti catarrosi e donne incinte al decimo mese, una delle "gentili" impiegate (vi raccomando una carina, odiosissima) tirare la veneziana sul vetro interrompendo il servizio senza ragione apparente - non a caso, copie dell'impagabile avviso fanno bella mostra di sé davanti ad ognuno dei cinque sportelli, onde evitare noiose spiegazioni agli esasperati fruitori del servizio pubblico che si vedano sbattere la serranda sul muso dopo una lunga attesa, mentre il viziatissimo dipendente pubblico (cui il governo ha recentemente garantito un aumento di stipendio) tenta di riprendersi davanti a una fumante tazza di cappuccino da due massacranti ore di lavoro al videoterminale.
Ma facciamo due conti: se ogni due ore la zelante applicazione della normativa sulla sicurezza (che a occhio mi pare sia largamente disapplicata nei cantieri, dove il lavoro tende ad essere leggermente più duro e pericoloso che nell'amministrazione di un ospedale) prevede una pausa di 15 minuti, vuol dire che ogni giorno il terminalista deve fruire (per non correre gravissimi rischi per la sua salute) di mezz'ora complessiva di pausa. Se, come sono incline a ritenere, la mezz'ora non viene recuperata a fine giornata, i delicati terminalisti del pubblico, danneggiano due volte i cittadini che li pagano, con il disservizio e con un taglio ingiustificato delle ore lavorate.

Labels:

9/17/2007

Cronache da Fantaitalia: licenziata per aver "denigrato" l'azienda

Non so, io sono pure animalista, ma ogni volta che mi tocca sentire una cazzata pronunciata dagli "ermellini", mi viene il sangue agli occhi. In questo blog si è già dato spazio alla demenziale sentenza secondo la quale l'uso del telefono aziendale per mandare qualche SMS privato costituirebbe un vulnus talmente grave al rapporto di fiduciario tra datore di lavoro e dipendente da giustificare la rescissione unilaterale del contratto da parte del primo; oggi è la volta della sentenza n. 19232 del 14 settembre 2007, con la quale i "supremi giudici" sostengono che perfino il "parlare male" dell'azienda per la quale si lavora può costituire una giusta causa per licenziare il dipendente contestatore. Il principio in sé è odioso, perché a mio avviso è mirato all'intimidazione preconcetta ed indiscriminata di ogni e qualunque forma di dissenso all'interno di un'organizzazione: è vero, non sempre le critiche che si sentono negli uffici rispondono esattamente alla realtà dei fatti (chi mi conosce pensi alle mie) ma è pur vero che il dissenso argomentato ed espresso civilmente di una persona capace (e pertanto utile) può essere essenziale per l'identificazione e la risoluzione di problemi e quindi per il miglioramento del processo produttivo e della società in generale. Se cerchiamo in qualche modo di scendere dalle vette siderali dove risiedono i cervelli atrofizzati dei nostri giudici di cassazione al caso specifico che ha scatenato l'ennesimo sentenza-monstre, scopriamo che all'infermiera licenziata sono state contestate "espressioni offensive sulla capacità e sulla professionalità del personale" e "la divulgazione di addebiti contenuti in una lettera di contestazione relativi al ritrovamento di prodotti scaduti presso il blocco operatorio". Tradotto in italiano, la poveretta aveva probabilmente dato dell'incompetente ad un collega che (per dire) somministrava ai pazienti farmaci errati e potenzialmente letali, e si è spinta a dare rilevanza formale (una nota scritta) ad eventi gravi e anche qui estremamente pericolosi (presenza di medicamenti scaduti in sala operatoria). Insomma (ammettendo che le lamentele dell'infermiera rispondessero a verità) fare il proprio dovere nei confronti del datore di lavoro e dell'umanità può essere un'attività censurabile e costituire giusta causa di licenziamento. Tanto più che la "suprema" corte non entra nel merito della verità o meno delle contestazioni della dipendente, ma si limita a soppesarne il valore negativo in termini di immagine; in altre parole, la sentenza ci dice che, se scopriamo che la nostra azienda vende armi di nascosto ai bambini soldato, dobbiamo stare zitti e non dirlo a nessuno (neanche internamente) perché potremmo lederne l'immagine! Insomma, può succedere di tutto, basta che non si sappia in giro, anzi basta che chi lo sa se lo tenga per sé. Grazie, "supremi giudici" per aiutarmi a credere in questo paese.

Labels: ,

Ancora sulle idiozie di Pecoraro Scanio

Appendice alla triste vicenda di un ministro che alla conferenza sui cambiamenti climatici, indetta dal suo stesso gabinetto, si rende responsabile di (almeno) uno sfondone talmente clamoroso da certificare al mondo intero che non ha la minima idea di quello che dice e che pertanto non ha nessun titolo per a) dirigere un partito ambientalista; b) svolgere l'incarico di Ministro dell'Ambiente. In un'intervista telefonica resa stamattina a Radio 24, il prof. Gianni Mattioli, (ex?) compagno di partito di Pecoraro Scanio, lo difende: nel suo intervento alla conferenza il Presidente dei Verdi avrebbe infatti sostenuto che è la velocità del cambiamento climatico in Italia ad essere quattro volte superiore alla media mondiale e non l'aumento della temperatura rilevata... In una successiva dichiarazione di oggi, Pecoraro Scanio sposa questa tesi e, come ogni buon italiano, butta la colpa addosso ai giornali (quelli in malafede, s'intende) che lo hanno travisato: ma le sue patetiche bugie hanno le gambe corte. Basta infatti collegarsi su YouTube, dove il segmento incriminato del suo memorabile intervento è stato registrato, per verificare le sue esatte parole: "La temperatura in Italia è aumentata di quattro volte più che nel resto del mondo [pausa pensosa]: 1,4 gradi centigradi negli ultimi 50 anni mentre il mondo negli ultimi 100 anni è aumentato di 0,7 gradi". Anche a prescindere dal fatto che il dato sull'Italia nessuno sa da dove venga fuori, o si ammette che in Italia al riscaldamento facciano seguito fasi di raffreddamento, oppure parlare di velocità di riscaldamento e di riscaldamento tout-court a me pare la stessa cosa. Forse il nostro Paese, che ha sempre un qualche gap da recuperare, 50 anni fa era molto più freddo ad esempio della Francia; allora se non ci sono stati periodi di glaciazione intermedi, e se si ipotizza un andamento lineare del riscaldamento, l'unica conseguenza è che dovremmo la temperatura in Itala è aumentata di 2,8 gradi in un secolo fa: si ritorna dunque all'Immane Cazzata. Non vorrei che si pensasse che non mi piacciono i Verdi: al contrario. Solo, non sopporto di vedere quanto male si fanno da soli, e quanto gliene fa la pessima compagnia dei comunisti. Sigh!

Labels: ,

9/16/2007

Roma II Municipio: testimonianza da una discarica a cielo aperto

E' bello passeggiare per le strade del mio quartiere, in mezzo al lezzo di piscio, su quei bei marciapiedi luridi e ogni tanto imbattermi in questi idilliaci angoli di paradiso che sono le aree dove si trovano i cassonetti. Mi riempie di gioia visitare Villa Paganini e trovare una discarica anziché un parco, per poi scoprire perfino una bella siringa usata su un prato, vicino ad un cestino della spazzatura. Il comune dice che se ne deve occupare l'AMA, che però non è attiva il fine settimana, i Vigili Urbani non rispondono nemmeno al telefono (che vuoi che sia, c'è solo una siringa in un parco con mille bambini che giocano... mica possono perdere tempo con queste cose). Una piccola testimonianza, gonfia di rabbia e di disperazione che parla di una città, dei suoi abitanti e di chi l'amministra assai più di lunghe e dotte disquisizioni. Stiamo affondano allegramente nella merda.

Labels:

Il rozzo intuito dei selvaggi leghisti

Correggetemi se sbaglio, e crocifiggetemi pure se la sparo troppo grossa. Umberto Bossi ha rallegrato la nostra estate con uno dei suoi celebri numeri atti a creare un po' di sano divertimento tra un massacro di fidanzata e l'altro: la rivolta fiscale. Nata già deboluccia (nessun atto seriamente illegale, solo disobbedienza civile) l'idea bossiana è stata definitivamente giubilata da Tremonti, che l'ha trasformata nell'invito a non giocare al Lotto e agli altri giochi in gestiti dal Governo. Chi ha dimestichezza con questo settore comprende che una simile iniziativa, se applicata seriamente, potrebbe veramente costituire una bella spina nel fianco del maniaco tassatore: pensiamo che la raccolta del Lotto vale oltre 6 miliardi di euro. Se non fosse che agli Italiani puoi chiedere tutto tranne di rinunciare ai loro vizietti - specialmente in un momento talmente triste dal punto di vista finanziario da far pensare al gioco come una delle opportunità più interessanti per "svoltare" la vita. Ora mi dicano lorsignori: qual è uno degli argomenti "caldi" del momento, se non la riduzione delle tasse? Per carità di popolo mi astengo qui dal notare che quando Berlusconi concluse il suo grottesco faccia-a-faccia (culo-a-culo) pre-elettorale con Prodi, galvanizzando le folle con il suo tono da piazzista: "Avete capito bene, toglieremo l'ICI dalla prima casa!". Ora, a parte che eliminare l'ICI dalla prima casa sarebbe solo una misura di buon senso, lorsignori mi ricordano di grazia di che cosa sta parlando il governo di centro-sinistra ora? Ma no? Di riduzione delle tasse, a cominciare dall'ICI... Ma se lo dice Prodi, allora.
Vogliamo parlare di sicurezza? La lega ha sempre parlato (sempre in modo rozzo, ammettiamo) di sicurezza. E adesso, ditemi un altro tema politico percepito (finalmente) come essenziale? Non è forse la sicurezza nelle città? Eppure ora non sono sindaci leghisti a chiedere poteri di polizia, ma insospettabili diessini di Bologna e di Firenze, fin qui fedelissimi alla linea "rompiamo i coglioni ai cittadini perbene e tolleriamo ogni cosa dagli stranieri, specie se clandestini e criminali". Pensate, perfino l'Uomo per Tutte le Stagioni di Roma si è dimostrato interessato, sia pure nel suo tipico modo paludato ed ipocrita con cui cerca di dire qualcosa di interessante su ogni argomento senza mai impegnarsi oltre le parole di circostanza. E ora veniamo all'estremismo islamico. Hanno fatto scalpore le parole in libertà di Calderoli, che ha usato uno spirito di grana grossa per manifestare la sua contrarietà alla costruzione di una mega-moschea a Bologna. Battute di pessimo gusto, umorismo grossolano da osteria padana, certamente, ma, se vogliamo essere laici, anche un modo per sollevare un problema autentico, che dovrebbe interessare tutti noi, a parte, si intende, le anime belle dell'estrema sinistra italiana, convinti (in buona fede?) che gli unici estremismi esistenti al mondo siano quelli occidentali. In paesi leggermente meno idioti e ideologizzati del nostro, come in Gran Bretagna, c'è un dibattito aperto sul fatto che le moschee possano trasformarsi in luoghi in cui si predica l'odio culturale e dove si possa arrivare a fare l'apologia del terrorismo anti-occidentale. E, udite udite, ne parla l'Observer (supplemento settimanale del Guardian) che certo non può essere considerato un giornale di destra. L'articolo cui mi riferisco è stato pubblicato a gennaio di quest'anno ed anticipa il contenuto di un programma di Channel Four nel quale un cronista infiltrato ha filmato per mesi i sermoni pronunciati all'interno di alcune moschee di Birmingham e di Londra: i risultati di questa inchiesta, che ognuno può vedere con i propri occhi qui per poi valutare, sono terrificanti anche se non sorprendenti: a prescindere dal fatto che molte moschee inglesi sono finanziate da ricchissime ONG saudite che predicano il più retrogrado ed assurdo catechismo wahabita, nel filmato si sentono imam predicare la necessità di costituire uno stato islamico, onorare gli assassini di un soldato britannico di religione islamica, dichiarare i principi occidentali e democratici "incompatibili" con la religione, vagheggiare un futuro in cui gli islamici finalmente domineranno i nemici cristiani ed ebrei, definire le donne "deficienti per natura a causa dei loro ormoni" e sostenere l'obbligo religioso di punire gli omosessuali. Molte moschee inglesi, inoltre, hanno una libreria interna nella quale è possibile acquistare DVD di predicatori che ne dicono di tutti i colori. Per concludere, se questo accade in Gran Bretagna, ci sono due considerazioni da fare: primo, potrebbe accadere anche da noi (se non sta già succedendo); secondo: come si può controllare democraticamente questo pericolo senza intaccare la libertà religiosa e altri principi democratici e liberali? Infiltrando agenti che parlino arabo nelle moschee? Non facendone aprire più? Il dibattito è aperto, e invitiamo anche gli estremisti di sinistra, purché aprano gli occhi. Insomma... questo lungo post solo per dire che la politica italiana è così nulla che ha bisogno di essere scossa dai leghisti. Sob!

Labels: ,

9/14/2007

A Pecoraro Scanio si è scaldato il cervello

Avendo bazzicato per un (breve quanto inconcludente) periodo nell'area politica verde, constatai l'estrema superficialità e la scarsissima preparazione tecnica del suo gruppo dirigente, che a me parve interessato più all'amministrazione opaca e squallida di equilibri di potere interni che alla costruzione di una vera alternativa politica per il Paese.
Il vero problema dei Verdi è quella potente nullità che risponde al nome di Alfonso Pecoraro Scanio, persona capace di spingere la sua arrogante spregiudicatezza fino al punto di "sistemare" in Parlamento il fratello Marco (ex calciatore ed attuale Vicepresidente della commissione Industria Commercio e Turismo). Forse Alfonso è abituato a sparare numeri a casaccio, ma nel suo intervento alla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, nel quale ha sostenuto che in Italia negli ultimi 50 anni la temperatura è cresciuta a velocità quadrupla rispetto al resto del mondo, ha proprio esagerato. Prima considerazione ovvia, quasi banale: ma un personaggio pubblico che si imbatte in un dato tanto clamoroso non sente alcun obbligo nei confronti del pubblico, delle cariche dello stato rappresentate alla manifestazione, dei giornalisti? Per esempio, quello di verificare la notizia, metterla alla prova, prima di spararla in faccia a tutti? D'altra parte mi rendo conto che il dato abnorme, e il conseguente clamore suscitato dalla sua diffusione, possono essere una tentazione troppo forte per chi bada più alle emozioni che alla verità; del resto non è necessario essere dei premi Nobel per capire che un'entità politica non può manifestare un comportamento fisico tanto differente dal resto del mondo: basta un pizzico di buonsenso. Per tornare alla clamorosa toppa, credo che essa sia stata in parte causata dalla confusione tra gradi Celsius e gradi Farheneit: infatti, leggendo qua e là su internet, ho scoperto che in 100 anni la terra si è scaldata di 0.74 gradi (centigradi). Attenzione, però, perché sul sito della NASA si dice che in ottanta anni il pianeta ha visto aumentare la sua temperatura di 0.8 C, che corrispondono a 1.4 F. Arguisco che l'incauto abbia trovato una qualche statistica sul riscaldamento dell'Italia (espressa in gradi Farheneit) e la abbia confrontata con un dato sul global warming in Celsius. Questo spiegherebbe un valore doppio, non quadruplo; a questo punto deve essere stato commesso un secondo errore, magari si è tentato di confrontare quanto accaduto in due periodi temporali diversi, uno di un secolo circa e uno di cinquanta anni - ma sono solo ipotesi. Quello che trovo sorprendente è che nessun giornalista abbia messo alla prova la balla del ministro e lo abbia svergognato. L'insipienza sensazionalista di un Pecoraro e il silenzio conformista di una stampa... pecorona fanno un pessimo servizio alla causa del riscaldamento globale, che avrebbe bisogno di persone serie e di dati solidi.

Labels: ,

9/12/2007

Illuminazioni d'ufficio

In quell'ufficio si sarebbe dovuto discutere di come le cose non vadano, delle ragioni per cui una promozione meritata da anni venga inspiegabilmente quanto pervicacemente negata, di quale sia non dico il significato ultimo (per carità) ma anche il terzultimo, della mia presenza in un'azienda impossibilitata ad una vita normale dalla consueta, pericolosissima miscela di improvvisazione, arroganza ed incapacità: esatto, il blues dell'impiegato, triti cliché e deprimente mediocrità.
Ma la sessione si è trasformata in qualcosa di più, e, lo confesso, non ero pronto. No, non ero pronto a sentire una dotta dissertazione su libertà e responsabilità, tanto pomposa e vuota da costringermi a murare l'urlo interiore dietro una facies fasulla di neutrale attenzione. Qualche angolatura spazio temporale si deve essere rotta, e anziché in un triste e sciatto ufficio aziendale, sono nel buio malsano di una chiesa a sentire un sermone domenicale. E sarà la nostalgia di un tempo lontano dove le cose avevano un senso univoco ed erano molto più semplici ad interpetarsi - per non voler parlare dell'autentica tristezza che in questi giorni a volte mi riempie come se fossi un bicchiere - o forse l'età che avanza, o magari il fatto che mi sono imbattuto in questo brano leggendo un libro di Nick Hornby, mi è venuta in mente la prima lettera di San Paolo ai Corinzi e al suo meraviglioso linguaggio poetico, capace di parlare a tutti, credenti e non: "Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l'amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna." [ecco quello che mi sembravano quelle parole, deng deng deng!, qualsiasi cosa sia poi un cembalo tintinnante...] E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l'amore, niente mi giova." Ho provato a sostituire alla parola "amore", sdolcinata ed inevitabilmente generica, un altro concetto: buonsenso (qualunquista), civiltà (specifico e banale), intelligenza emotiva (forse, ma troppo utilitaristico) - ma forse è proprio quella lì la parola che ci va e che funziona. E' proprio questa la cosa che ci manca tanto.

Labels: , ,

9/11/2007

Perché l'indulto è stato un fallimento e come evitare un altro disastro

Siamo tutti emotivi e ancora di più lo siamo diventati dopo la totale débacle del provvedimento di clemenza approvato dal Parlamento a luglio 2006. In quell'occasione, come si sa, per far fronte all'emergenza del sistema carcerario italiano, sull'orlo del collasso, si prese la decisione (astrattamente giustificabile) di ridurre la popolazione carceraria di poco meno del 50%: essa infatti passò improvvisamente da 61.000 "inquilini" a circa 35.000. I risultati di questa misura di perdono sono sotto gli occhi di tutti: aumento esponenziale dei crimini e massimo livello di insicurezza percepita; a fare da corollario, il patetico tentativo della sinistra di inseguimento il malessere popolare - si tratta della stessa parte politica che, dopo aver ignorato per secoli le questioni ordine e sicurezza (valori che un ministro di estrema sinistra, sprezzante, non esita a definire "di destra" senza arrossire) ne fa improvvisamente il su o cavallo di battaglia (con tanto di proliferare di sindaci - sceriffi ed altre baggianate).
Dunque è comprensibile la nostra rabbia e la nostra indignazione di fronte all'ennesimo caso di amnistiato che massacra vecchiette e stupra indisturbato - cosa buona e giusta e per niente "di destra" (sempreché destra sia una parolaccia); ma allo stesso tempo affrontiamo il problema con un approccio nuovo: usando numeri e statistiche, non emozioni. Come fa l'articolo pubblicato da Mastrobuoni e Barbarino sul sito La Voce, che ci spiega che: 1. un effetto sicuro dell'indulto è stato il quasi raddoppio del numero delle rapine in banca (+47%; dato ABI) 2. ogni detenuto ci costa mediamente 70.000 euro l'anno, mentre il danno conseguente ai crimini commessi dalle persone che beneficiano della clemenza dello stato può essere stimato in 150.000 euro 3. pertanto, se da un lato è forse sciocco e superficiale mettere in croce l'indulto tout-court, dato che esso probabilmente ha impedito delle rivolte nelle carceri, il totale fallimento del provvedimento del 2006 è da ascrivere completamente alle modalità con cui esso è stato messo in atto. In altre parole, l'indulto è un male necessario, ma che va maneggiato con molta cura, prestando grande attenzione a chi si scarcera: come visto sub 2), gli errori (a parte il danno psicologico delle vittime) si pagano cari. A luglio 2006 più che la clemenza è andata in scena un "tana libera tutti" 4. ma come selezionare quei carcerati che hanno la minima probabilità di delinquere di nuovo una volta liberati? Gli autori suggeriscono un modello econometrico che, in base al sesso, all'età, e al tipo di crimine commesso in passato sia in grado di effettuare una stima sulla probabilità di recidiva. Un'idea semplice, qualcuno molto intelligente potrebbe anche dire perfino "semplicistica", ma che forse potrebbe aiutare ad uscire dignitosamente dall'empasse e magari anche a salvare qualche vecchietto o qualche donna dalle belve. Eh sì, perché, anche se forse non lo sapete, le carceri stanno ricominciando a riempirsi e presto sarà ora di svuotarle massivamente un'altra volta.

Labels:

9/10/2007

Assolutamente falso!

Per la gioia dei suoi fan, Osama Bin Laden, che non calcava le scene da ben tre anni, ricompare sugli schermi di tutto il mondo. Ce ne vuole a definire video il messaggio, visto che più che altro è una registrazione audio, associata ad una foto dell'impareggiabile "sceicco del terrore" (l'immagine si trasforma in un video per soli due brevi segmenti della perfomance). E' questo il primo indizio che si tratta di un clamoroso falso (sempre che i precedenti video siano autentici). Una foto è molto più facile da contraffare rispetto ad un video per quanto gli appassionati della cospirazione (e tutti quelli cui piace dare un nome, un cognome e delle fattezze fisiche alle proprie paure) spiegano che il video è diventato una foto a forza di rimbalzare da un server all'altro per mascherare l'IP di partenza. Pensiamo anche al fatto che il "documento" non è stato diffuso direttamente da una qualche "multinazionale del terrore" ma da un sito USA specializzato nell'analisi di video di estremisti. Il look che Osama Bin Laden ha scelto per incontrare il suo pubblico è abbastanza ridicolo, caratterizzato come è da quella barbetta curata e palesemente tinta: fareste voi la rivoluzione alle dipendenze di un uomo tanto vanitoso? Ma a rassicurarmi sulla falsità dell'ultima follia del miliardario più eccentrico del mondo è il contenuto del suo discorso: 1) nessun proclama farneticante, nessuna minaccia violenta, solo consigli gentili espressi con toni pacati da no global di buona famiglia; 2) elementi di attualità inzeppati nel testo al solo fine di indurre anche ai più distratti che la "testimonianza" sia stata registrata molto di recente; 3) riferimenti storici (l'occidente che si è liberato dal giogo di tiranni e monaci per finire i suoi giorni nel pantano di una falsa democrazia); 4) una spruzzatina di finanza e fisco (riferimenti alla crisi finanziaria USA innescata dai mutui sub-prime e alle tasse che lo stato preleva forzatamente ai cittadini delle democrazie). Il ghost writer appare perfino spiritoso, per esempio quando sottolinea il vantaggio di essere soggetti all'obbligo di elemosina tipico - a quanto pare - dei paesi islamici anziché all'insaziabile fisco "democratico", e provvede a fare una pubblicità non so quanto gradita al noto linguista del MIT, grande fustigatore della perversione americana. Il messaggio di un noto terrorista internazionale (o se preferite il trailer di un noto marchio internazionale di terroristi) dovrebbe spaventare, inquietare la gente, non farla ridere. Solo Bush potrebbe crederci tanto ingenui da berci questa favola.

Labels:

9/06/2007

Terrore nucleare

Qualcuno si diverte a giocare alla guerra: ma almeno stia attento a quello che fa. Il 30 agosto un B-52 americano, su cui sono state caricati per errore (per errore!) ben 6 missili nucleari, ha scorrazzato allegramente per i cieli degli Stati Uniti senza che nessuno se ne accorgesse.
Secondo il Financial Times, nel mese di giugno uno dei numerosi attacchi informatici effettuati da macchine dell'esercito popolare cinese ai danni del Pentagono ha finalmente avuto successo. Benché gli alti ufficiali si affannino ad affermare che con ogni probabilità (!) non sono state rubate informazioni coperte da segreto militare, inquieta il candore con il quale Richard Lawless (Lawless!!!) massimo ufficiale in carica per l'Oriente al momento degli attacchi, dichiara che questo "incidente" ha spinto i militari a focalizzare l'attenzione sul tipo di materiale che viene trasmesso attraverso posta elettronica non criptata. Riassumiamo: l'esercito americano impiega del personale talmente incapace da creare le premesse per un bombardamento nucleare dello stesso territorio degli Stati Uniti d'America; non sembrano esistere (o non sembrano funzionare a dovere) procedure di sicurezza per evitare simili incidenti; le informazioni top secret circolano su un qualsiasi software Outlook la cui solidità ed impermeabilità agli hacker sono ben note - brrrrr! Ora vado a letto: spero solo che domattina mi sveglierò e non sarà scoppiata l'Ultima Guerra Mondiale.

Labels: , ,

La cazzata del secolo: aborto selettivo ed eugenetica

Il fatto di cronaca è noto: una signora incinta di due gemelle, di cui una con gravi malformazioni, decide di procedere ad un aborto selettivo, interrompendo la gravidanza del feto malato e portando a termine l'altra. Poiché però i due feti sono morfologicamente indistinguibili, la dottoressa che deve fare l'intervento commette un errore ed interviene sul feto sano. Solo dopo due mesi dopo questo triste evento i giornali cominciano ad occuparsene, non credo per caso: piuttosto c'è qualcuno che ha interesse a tirare fuori una notizia ad alto impatto emotivo per poter mistificare a piacimento e sollevare un gran polverone utile solo ai propri biechi fini (leggasi depotenziamento della legge 194 e possibilmente inizio di un percorso di criminalizzazione dell'IVG). Si scatena un putiferio, con i soliti preti a stracciarsi le vesti e una serie di personaggi ad evocare quella parola in odore di nazismo che eccita tanto le masse: eugenetica.
Io penso invece che:
1) quello che è successo a Milano è la storia lancinante di un errore medico - spezza il cuore, ma non è opportuno vederci niente più di questo. Se mai, in maniera empirica e un po' fredda si può pensare a fare ricerca per evitare che simili situazioni possano riproporsi in futuro (da profano, mi viene da pensare ad un marker che possa aiutare ad identificare il feto da eliminare - non so se sia possibile); 2) il fatto che in una gravidanza gemellare caratterizzata da un feto sano e da uno malato (esempio della barbara e crudele bizzarria della natura che pure tanti idolatrano) sia comunque possibile intervenire per consentire al feto sano di diventare un bambino sano e felice secondo me dovrebbe scaldare i cuori di gioia, anziché far sollevare le sopracciglia; 3) chi si scaglia contro il presunto scandalo dell'aborto selettivo o è in malafede o è del tutto idiota. Cosa vorrebbero questi signori? In prima istanza vorrebbero disporre del corpo e delle vite di tutti gli italiani, possibilmente rendendo di nuovo illegale l'interruzione di gravidanza e costringendo le donne a viaggi della speranza in Inghilterra. Ma in seconda ipotesi, ad essere del tutto coerenti, avrebbero preteso che la signora di Milano volontariamente interrompesse entrambe le gravidanze - del tipo: o tutto o niente... Più o meno come sostenere che una coppia che ha interrotto una gravidanza dovrà farlo ogni volta che si presenti una nuova gravidanza; 4) comunque chi ha fatto scoppiare il caso voleva creare smarrimento e sgocciolare veleno nelle orecchie dei sempliciotti e dei bigotti, e magari portare dalla propria parte qualche tentennone... e ci è riuscito! Per giorni la parola eugenetica è stata freneticamente battuta dalle agenzie e rivomitata dalla carta stampata. Al punto che si sono presentati puntuali i prelati a battere cassa, e il Ministro più incompetente del mondo (sentire intervista a Radio 24 per credere) Livia Turco ne ha approfittato per cominciare a parlare senza perifrasi di revisione della legge 194 - tanto era quello l'obiettivo, inutile nascondersi dietro ad un dito 5) se poi si ritiene che non esista un diritto a nascere sani e il diritto di un genitore ad avere un bambino sano, nonché il dovere (o per lo meno la libera scelta) di fare il possibile per evitare ad altri ed a se stessi inutili e laceranti sofferenze fisiche e mentali, e che sia legittimo tacciare di nazismo chi (come il sottoscritto) la pensa diversamente, ebbene allora io mi autodenuncio, sono per l'eugenetica! 6) una cosa mi sono sempre chiesto: ma perché la Chiesa desidera tutta questa sofferenza? Perché pretenderebbe (ma nessuno se la fila anche tra i baciabanchi) che venissero al mondo tutti i bambini possibili, meglio se deformi, incapaci, non desiderati, odiati, figli della violenza, impossibilitati dal buon dio a correre pensare giocare e forse perfino amare? Perché? Per speculare sulla loro sofferenza con le preghiere che biascicano nel buio delle loro cripte buie e deserte e con le loro "opere" di bene che rendono tanti bei soldini esentasse.

Labels: , ,

9/04/2007

Marè: adesso siamo tranquilli

Sulla stessa pagina del Corriere che ospita l'intervista a Stigliz, troviamo un trafiletto nel quale Mauro Marè, docente universitario e presidente del MEFOP (Sviluppo Mercato Fondi Pensione, una società nata con l'obiettivo di far decollare la previdenza complementare nel nostro Paese) viene intervistato sul possibile rischio di trasmissione del contagio "subprime" ai danni dei fondi pensione. Il professore rilascia le seguenti, incredibili, dichiarazioni:
"Sui fondi pensione starei tranquillo - STAREI? (...) la bufera finanziaria (...) non avrà ripercussioni sul TFR dei lavoratori italiani trasferito ai fondi. (...) MA SULLA BASE DI QUALI DATI STA PARLANDO? Se alla fine verrà fuori che alcuni fondi pensione americani, olandesi o inglesi che hanno investito in subprime, subiranno perdite, il Tesoro dovrà prenderne atto rivedendo la normativa sugli investimenti". MA VA? E SE SUCCEDE PRIMA AD UN FONDO ITALIANO? Già ho avuto modo di constatare l'elevata professionalità e la grande trasparenza con cui viene gestito il fondo COMETA (Metalmeccanici); ma le rassicurazioni di Marè mi convincono che ho fatto la cosa giusta: manco una lira alla previdenza integrativa!

Labels: , ,

9/03/2007

Stiglitz Santo Subito

Intervistato dal Corriere della Sera, il premio Nobel per l'economia (e spina nel fianco degli operatori di mercato senza scrupoli) Joseph Stiglitz, sostiene che "gli interventi [delle Banche Centrali causati dalla crisi dei mutui subprime] aumentano il rischio che qualcuno pensi di godere di un'immunità e assuma altri rischi scriteriati; [in particolare, il fatto che la FED abbia iniettato liquidità prendendosi in pegno titoli ABS che valgono meno di un kleenex] esaspera l'azzardo morale (...)". E caldeggia la proposta avanzata da Paul Krugman nell'editoriale sul New York Times del 17 agosto, significativamente intitolato "Workouts, not bailouts" (soluzioni, non salvataggi): le Agenzie Federali potrebbero riacquistare i mutui (non i derivati che ne sono stati tratti) ad un forte sconto e poi rinegoziare condizioni più sostenibili per i mutuatari: questo permetterebbe di salvare i mutuatari costringendo gli investitori a farsi carico delle perdite. Questa idea, ineccepibile nella parte in cui tenta di riportare il cerino nelle mani colpevoli di chi l'ha passato, ad un'analisi dettagliata appare molto difficile da realizzare in pratica, dato che i mutui sono stati spezzettati e rivenduti a banche d'affari che a loro volta hanno reimpacchettato la loro porzione con frammenti di altri mutui e magari condendo il tutto con qualche derivato, o costruendoci sopra un altro prodotto esotico...
C'è chi dice che per procedere nel modo indicato dai due economisti sarebbe necessario procedere ad un esproprio, il che creerebbe un pericolosissimo precedente.

Labels:

Violentatore morsicato, violentatore perdonato

Ad agosto ho avuto parecchio tempo a disposizione per leggere anche le "brevi" sul giornale. Un passatempo meno peregrino di quanto si possa pensare a prima vista, e che può dare parecchie soddisfazioni. Apprendo così che, mentre un disoccupato meridionale, "beccato" a sbafare uno spuntino in un supermercato lombardo rischia venti anni di carcere, il cinquantaquattrenne violentatore possa vedersi revocati gli arresti domiciliari perché, a dispetto dei "gravi indizi di colpevolezza (...) circostanziati e probatoriamente supportati", il fatto che la povera vittima, costretta ad un rapporto orale, lo abbia morso nelle pubenda causandogli lesioni e vergogna, rende assai improbabile la reiterazione del fatto. Ancora un grazie sentito ai giudici italiani per averci confermato la certezza della pena e la serietà con cui viene gestito il potere giudiziario.

Labels:

Incendiario

Secondo un recente report di Human Rights First, una ONG americana, in Europa aumentano i crimini violenti nei confronti di minoranze (ebrei, islamici, omosessuali, persone di colore eccetera). Prima notazione interessante: i governi di Francia, Germania e Regno Unito monitorano sistematicamente l'evoluzione di questi tristi fenomeni, e sono quindi sono probabilmente ad un livello più avanzato per gestire il problema rispetto a paesi come l'Italia, nei quali non si ritiene opportuno neanche raccogliere dati statistici sulle violenze basate sulla discriminazione razziale, religiosa o sull'orientamento sessuale.
D'estate vado in vacanza a Bibione, un posto di mare vicino a Venezia, dove nel negozio di alimentari sotto casa è possibile acquistare oggetti interessanti come quello riprodotto nella foto qui accanto. Per la verità, ho lottato a lungo con la mia coscienza, dato che avrei voluto evitare di acquistare questo accendino per non alimentare il circuito perverso di chi li produce e li mette in circolazione. Tuttavia, essendo impossibile fotografare l'articolo senza farmi notare vista la presenza di numerose telecamere nell'esercizio, ho deciso di investire due euro perché la gente sappia quello che accade nel civile Veneto, che accoglie ospiti filonazisti. Inquietante il commento della padrona, che mi ha detto: "Sapessi come vanno via!".

Labels: